Agenpress. “Il sistema elettorale maggioritario e un avversario impresentabile ed estremista come Jeremy Corbyn hanno dato una vasta maggioranza in Parlamento a Boris Johnson, al quale si deve augurare un buon lavoro e con il quale si dovrà trattare per tutelare gli interessi degli italiani nel Regno Unito e per non ridurre il proficuo interscambio con l’Italia.
Va però detto che nel voto popolare i partiti favorevoli a rimanere nell’Unione Europea, hanno superato quelli favorevoli alla Brexit. Laburisti, indipendentisti scozzesi, liberalbemocratici, Sinn Fein, verdi e indipendentisti gallesi, tutti pro UE benché assai eterogenei, hanno preso il 51,5%.
La Brexit dunque ci sarà perché ha vinto il referendum del 2016 e ora a Westminster chi la sostiene ha 373 seggi contro 274. Ma rischia di costare molto cara al Regno Unito che ora potrebbe perdere – dopo oltre tre secoli di unione – la Scozia, dove gli indipendentisti pro-UE hanno conquistato 48 seggi su 59, rispetto ai 35 delle scorse elezioni. Insomma, non certo un trionfo, forse un trauma storico.”