Dovremo tornare ai valori delle piccole comunità. Da Borgomezzavalle, dove è nato il simbolo dell’arcobaleno: “Andrà tutto bene”…

Agenpress. Il viaggio attraverso il nostro meraviglioso Paese, con la rappresentazione di una società solidale, vera e attenta alle comunità e alle loro necessità primarie, nel tragico momento del contagio da coronavirus, prosegue con l’intervista a Stefano Bellotti, Sindaco di Borgomezzavalle, piccolo comune situato nella provincia del Verbano/Cusio/Ossola, in Piemonte, istituito il 1° gennaio 2016, mediante la fusione dei comuni contigui di Seppiana e di Viganella.

Stefano Bellotti Sindaco di Borgomezzavalle,

Oltre alla sua bellezza alpina, Borgomezzavalle, vanta anche il primato di essere stata la fonte del disegno con l’arcobaleno e la scritta “Andrà tutto bene”, divenuto simbolo nazionale della positività, nato dalla spontaneità dei bambini e dall’impegno di un gruppo di docenti, nell’intento di donare un’iniezione di fiducia e tranquillità agli abitanti. Nessuno avrebbe immaginato che questo slogan diventasse dopo pochi giorni, un simbolo e campagna positiva d’incoraggiamento, che, dal balcone della strada provinciale che sale in valle Antrona, raggiungesse tutta Italia e il cuore di milioni di persone.

Se questa è stata un’iniziativa spontanea di alcuni bambini, ripresa dagli insegnanti che hanno invitato la popolazione a tappezzare finestre, cancelli e magliette, il sindaco Stefano Bellotti, non è da meno, con l’organizzazione di un’attività che coinvolge il volontariato e il supporto alle persone in difficoltà del suo paese, in questo momento terribile. L’aiuto è concreto: distribuzione “porta a porta”, con l’appoggio della Protezione Civile, delle mascherine e della spesa, che non possono mancare in questi giorni d’isolamento forzato di tutti noi. Con il supporto di aziende solidali, il Comune, i volontari della Protezione e Aib, il Sindaco rende disponibile un servizio quotidiano importantissimo, rivolto alle famiglie e anziani con particolari difficoltà, garantendo la distribuzione e la consegna della spesa, delle medicine e dispositivi di protezione individuale, con grande generosità. Borgomezzavalle, è un fantastico borgo alpino, situato in provincia di Verbania, che per contrastare lo spopolamento delle valli, ha preso esempio da Gangi, un paesino a un’ora e mezza da Palermo, per mettere in vendita case antiche e abbandonate a un euro, in cambio della ristrutturazione.

Il Sindaco ci racconta il suo grande amore per questi territori, paesaggi vicini al lago Maggiore, con la fantastica cittadina Stresa, alla montagna, con località rinomate come Macugnaga e Mottarone, dove l’Italia appare con tutta la sua maestosità del made in Italy: Turismo, arte, musica, gastronomia, passeggiate, sci e… bellezza infinita.

“Da qualche anno abbiamo avviato un grande progetto di rivitalizzazione della comunità, della cultura delle tradizioni, della montagna e della sua rivalutazione – Dice Stefano Bellotti – “Naturalmente, tanti nostri sforzi, con l’arrivo del virus e dell’isolamento forzato dovuto all’emergenza sanitaria, sono andati in secondo piano e accantonati. Passata l’emergenza, però, con la stessa positività dei nostri bambini che hanno inventato il simbolo divenuto poi nazionale dell’arcobaleno, ripartiremo alla scoperta delle nostre tradizioni e della loro divulgazione, per mantenere alto il nostro valore unico, di comunità e come italiani che non si arrendono e che ripetono con convinzione “Andrà tutto bene…”, come inno al futuro. Ora l’attualità ci porta a predisporre misure di supporto alla popolazione più debole, e la distribuzione delle mascherine che una ditta del luogo continua a fornire al mio Comune, con un gran gesto di solidarietà, mi porta a dimostrare quanto cuore esiste nelle persone, con il gesto del volontariato e della vicinanza. Con questa iniziativa diamo una mano anche agli altri comuni limitrofi, sapendo che in tutta la zona, come in tutta Italia, non si riescono a reperire facilmente le mascherine, neanche per i medici, infermieri e operatori sanitari.

Vado a portare i dispositivi di persona, per essere utile, famiglia per famiglia, con il grande supporto di AIB volontari e della Protezione civile.

Sono a disposizione per ogni informazione, reperibile in Comune, via mail, o anche sul telefono personale. Il Comune naturalmente è chiuso, ma garantiamo un servizio minimo, con il personale a rotazione, al minimo indispensabile, nel rispetto delle norme di restrizione governativa, che garantisce l’attività dell’Ufficio Protocollo e, naturalmente, della Protezione civile.

In paese c’è una piccola bottega rimasta aperta, che ormai è il cuore del paese, chi compra qui, fa vivere l’intera vallata… Abbiamo lottato per tenerla aperta anche “prima” del coronavirus, perché messa in pericolo dai supermercati… e devo dire che è stato un bene.

In montagna, ognuno aiuta l’altro, c’è molta collaborazione e rispetto per chi la vive con l’attenzione che merita. Noi combattiamo la desertificazione della montagna, con  tante iniziative che cercano di conservare le tradizioni e l’integrazione di realtà diverse, come l proposta delle case vendute a 1 euro ad acquirenti che le ristrutturano o la promozione di attività turistiche e d’integrazione.

Eravamo a buon punto anche per altri progetti importantissimi: l’apertura della storica “Casa Vanni”, che sarebbe andata in gestione a Pasqua, o, con l’arrivo di monaci ortodossi, che cercavano una sede nell’arco alpino, avremmo fatto partire la costruzione del loro monastero. I monaci avevano scelto un luogo disabitato, nel piccolissimo borgo di Ruginenta, accanto a una piccola chiesetta, e purtroppo, con l’emergenza, tutto è rientrato: il progetto, che convoglierebbe tanti fedeli anche da Torino e avviato con la presentazione, ora è fermo.

Credo comunque, che ci sarà una seria rivalutazione di queste aree, con l’arrivo di tante persone, con il ritorno alle tradizioni anche da parte dei più giovani, con la voglia di condivisione della semplicità, partendo anche dal ritorno all’agricoltura.

L’iniziativa di riscoperta delle tradizioni, di sensibilizzazione alla rivalorizzazione del territorio e che ha avuto origine in Valle d’Aosta: “Lo pan ner”, ha avuto un grande successo anche nei nostri comuni, con un percorso del pane che unisce le Alpi, in cui i nostri forni vengono accesi per rivivere l’antico rito della panificazione e condivisione a piedi, dove la gente cammina mangiando il pane, fino ad arrivare al nostro comune, dove si gusta la crostata… dulcis in fundo.

Credo che per ogni cosa, d’ora in poi, si avrà una visione diversa, vista con un’ottica più riflessiva, avendo in questi mesi resettato tutto, sia a livello culturale, che sociale e lavorativo…

Forse eravamo troppo di corsa, forse dobbiamo recuperare le cose semplici per riscoprire l’umanità, con un messaggio di umanità, più vicina alle vere esigenze primarie delle persone”.

Sarà difficile tornare alla normalità, ma, conservando i valori acquisiti anche dalle passate generazioni, che sono le vittime più numerose di questo maledetto virus,  avremo sicuramente modo di ripensare a questo particolare momento storico con più tranquillità, tutti attenti alle regole per il vivere comune, pensando però che il ritorno alle tradizioni e alla nostra Cultura italiana più forte e radicata, potrà essere una giusta medicina per tornare anche alla serenità perduta dal mese di febbraio 2020 …

Ketty Carraffa

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