Agenpress – Operazione antimafia a Palermo nel mandamento che fu il regno incontrastato di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Un colpo a uno dei mandamenti chiave nella gestione del potere mafioso nel capoluogo siciliano.
I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale, su richiesta Dda, nei confronti di 10 indagati (9 in carcere e 1 ai domiciliari), accusati a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, furto aggravato, violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive.
Custodia cautelare in carcere per un nome eccellente Giulio Caporrimo, 51 anni, chiamato in una intercettazione “Cento carati”, in quanto ritenuto un pezzo da novanta in grado di sollevare le sorti di Cosa nostra; Vincenzo Billeci, 51 anni; Andrea Bruno, 52 anni; Francesco Di Noto, 31 anni; Andrea Gioè, 32 anni; Baldassare Migliore, 33 anni; Vincenzo Taormina, 48 anni; arresti domiciliari per Giuseppe Enea, 30 anni. Già detenuti Francesco Paolo Liga (56 anni) e Nunzio Serio (43 anni).
L’operazione Teneo coordinata da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca rappresenta un nuovo colpo nei confronti del mandamento mafioso di Palermo di San Lorenzo e Tommaso Natale. Finisce di nuovo in carcere Giulio Caporrimo, uscito dal carcere nel 2019 e che avrebbe ripreso il controllo del mandamenti.
L’indagine è la prosecuzione delle operazioni “Oscar” (2011), “Apocalisse” (2014) e “Talea” (2017) che avevano portato in carcere capi e gregari del mandamento con Francesco Paolo Liga (figlio dello storico boss Salvatore Liga, detto “u Tatenuddu”), poi affiancato, a partire dalla sua scarcerazione avvenuta nell’ottobre 2015, da Giuseppe Biondino (figlio di Salvatore, l’autista di Totò Riina), arrestato di nuovo nel gennaio 2018.