Di Battista. Vittoria del “si” non si deve solo al M5S, che ha subito una “sconfitta storica”

AgenPress – “Per il M5S non è una questione di nomi, ma di identità e di comunità. Abbiamo perso non solo i voti, ma gli attivisti. Senza di loro non resta niente. Se c’è una cosa sgradevole nelle elezioni è che poi sembra che abbiano vinto tutti. Così evidentemente non è e bisogna affrontare la realtà con onestà e lucidità”.

Così Alessandro Di Battista analizza il voto di ieri definendo quello delle Regionali “la più grande sconfitta del Movimento”. Citando i dati degli scrutini (con la Campania in testa fino al Veneto dove nei prossimi anni i 5 stelle non potranno nemmeno fare opposizione) Di Battista contesta chi parla oggi – davanti a questa “debacle” – di alleanze: “Non è questo il tema – avverte – il tema è l’innegabile crisi identitaria del M5s” e di quel “sogno cui hanno creduto in tanti ma in cui oggi non credono più” facendo così “mancare le ragione per votare i 5s”, “indebolendoci” e facendo sì che “con queste percentuali, tra due anni e mezzo sarà più facile la restaurazione”.

Bene il 70% dei sì al referendum, “successo di Fraccaro e del gruppo parlamentare dei 5Stelle” oltre che del MoVimento al governo. “Tuttavia quel 70% non può essere considerato solo un successo dei 5 Stelle. Bisogna essere cauti altrimenti rischiamo di commettere un errore”, dice ancora Di Battista   avvertendo che il “risultato bellissimo” viene dal sì di tante persone che magari “non apprezzano il Movimento, che lo detestano” mossi al voto favorevole dalla voglia di “giustizia sociale”, di “risparmio” o di riforme come quella elettorale. Ma, scandisce Di Battista, “questo eccesso di esultanza è fuorviante e non giusta”.

“L’unica cosa da fare è fare gli Stati generali il prima possibile, ben partecipati, ben organizzati con un nuova agenda per uscire dal buio.”Non c’è un problema di leadership forte”, ha quindi aggiunto osservando che “c’è stata ma anche in quel periodo abbiamo subito una sconfitta e dimezzato i voti alle europee”. “Potremmo mettere anche De Gaulle alle guida del M5S, non cambierebbe nulla”.

 

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