AgenPress. Vorrei fare qualche precisazione rispetto al rinvio delle prove del concorso per i direttori di penitenziario. Qualcuno ha accusato “la politica”, che ha indetto e finanziato il primo concorso dopo ben 24 anni, di disinteresse rispetto al valore che questa figura ha nel sistema carcerario, un’accusa gratuita e ridicola.
Il Ministero della Giustizia sta lavorando con grande impegno e le prove per assumere 45 direttori di penitenziario si faranno il più presto possibile, forse anche prima della data indicata del 12 gennaio e nel pieno rispetto delle esigenze di sicurezza sanitaria causate dall’emergenza Covid-19.
Al bando per 45 posti, pubblicato il 9 maggio scorso, hanno risposto in 11.500, questo richiede un’organizzazione imponente perché tutto si svolga in modo sicuro.
Ricordo poi a chi fa paragoni con altre situazioni, che nelle due ultime leggi di bilancio 2019 e 2020, il Ministero della Giustizia ha già finanziato e avviato decine di procedure di concorso per vari profili tra organizzazione giudiziaria e amministrazione penitenziaria (tra cui molte improntate al sostegno dell’attività trattamentale), ai quali hanno risposto decine di migliaia di candidati. Queste procedure, di per sé complesse, stanno richiedendo più tempo a causa dell’ “imbuto” provocato dalla pandemia.
In un momento così difficile per l’Italia le polemiche sui rinvii sono ingiuste oltre che inopportune.
È nostra intenzione portare avanti tutti i concorsi con la massima celerità, ma rimanendo sempre coscienti dei limiti di un’organizzazione che deve tenere conto delle numerose procedure in atto (doverose dopo decenni senza assunzioni) e di un’emergenza sanitaria totalmente inedita, di cui non si può ignorare l’esistenza.