Coronavirus. 4 scenari ipotizzati per l’Italia. Conte, siamo al 3°, Scienziati, Rt 1,5

AgenPress – “Ad oggi in Italia abbiamo uno scenario di tipo 3, che prevede possibilità di interruzione di alcune attività particolarmente a rischio, anche su base oraria, possibilità di lezioni scaglionate per la scuola, incremento dello smart working per decongestionare i trasporti”.

Lo dice di Giuseppe Conte, intervenuto in Parlamento per rispondere al question time sulle ultime misure anti-Covid decise dal governo in accordo con il Cts.

Nel documento, dal titolo “Prevenzione e risposta a COVID-19”, pubblicato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità si descrivono gli scenari in cui l’Italia potrebbe trovarsi nelle prossime settimane.

Sono previsti quattro scenari: il primo con situazione di trasmissione localizzata (focolai) invariata rispetto al periodo luglio-agosto 2020, il secondo con situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo, il terzo con situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, il quarto con situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo.

Semplificazione del contact tracing e della sorveglianza attiva, isolamento per coorte dei pazienti, priorità delle azioni associate al Covid sulle altre attività del Dipartimento di Prevenzione, attivazione di personale aggiuntivo esterno a supporto del Dipartimento di Prevenzione e delle attività, tapone offerto a casi sospetti e contatti stretti e contatti a rischio con priorità ai soggetti sintomatici, rimodulazione screening per Sars-CoV-2 con priorità su categorie target (es. operatori sanitari), potenziamento alberghi per isolamento casi.

Azioni (locali/provinciali/regionali) per l’aumento delle distanze sociali, possibili obblighi anche su base locale sull’utilizzo di mascherine anche all’aperto, zone rosse con restrizioni temporanee con ripartura possibile valutando incidenza e Rt, interruzione di attività sociali/culturali/sportive a maggior rischio assembramento, valutazione di interruzione di alcune attività produttive con particolari situazioni di rischio, possibili restrizioni della mobilità interregionale ed intraregionale.

Nella “Descrizione dello scenario 3” gli scienziati scrivono: “Valori di Rt regionali prevalentemente e significativamente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5 (ovvero con stime dell’intervallo di confidenza al 95% di Rt comprese tra 1.25 e 1.5), ed in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie. Un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2 (che è identificato dall’Rt tra 1 e 1,25), mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio rilevato ai sensi del DM Salute del 30 aprile 2020”.

La crescita del numero di casi «potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi. È però importante osservare che qualora l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (esempio gli anziani), il margine di tempo entro cui intervenire si potrebbe allungare anche di molto.

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie