Giornata operatori sanitari. 81 infermieri morti per Covid, di cui 6 suicidi (comunque contagiati)

AgenPress – Nel giorno dedicato agli operatori sanitari e socio-sanitari e del volontariato (il 20 febbraio, come da legge 155/2020) la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), con oltre 454mila iscritti, si è rivolta a tutti gli infermieri inviando loro una lettera  in cui tra l’altro si chiede, nel rispetto delle norme anti Covid, un minuto di silenzio a inizio di ogni turno di lavoro per onorare la memoria di tutti gli operatori sanitari, non solo infermieri, e di tutti i cittadini deceduti per Covid.

Un’altra lettera, invece, è partita alla volta delle Associazioni di pazienti e cittadini che formano la Consulta FNOPI e rappresentano le persone per le quali gli infermieri sono in prima linea nella pandemia, non solo per assistere e curare, ma anche per non lasciare solo nessuno dalle corsie degli ospedali alle abitazioni dove quasi 400mila pazienti sono in isolamento domiciliare.

“E’ un momento particolare – si legge nella lettera – che vogliamo condividere con le altre professioni, con le organizzazioni di volontariato e in generale con tutti i cittadini, a cui abbiamo deciso di essere vicini, che vogliamo assistere e curare, con cui vogliamo avere una relazione di prossimità, e che non lasceremo mai soli”.

I decessi
Sono (per ora) 81 gli infermieri deceduti per Covid, di cui 6 suicidi (comunque contagiati), ma in realtà il numero di professionisti deceduti nel 2020 è ben maggiore: quasi 500 come hanno rilevato gli ordini provinciali, con un aumento di circa 100 rispetto alla media degli anni precedenti.
Anche tra questi moltissimi tra i più anziani e pensionati sono morti per Covid e la FNOPI li ricorda tutti, e per loro, come per tutte le altre vittime, è il minuto di silenzio, ma la legge dice per  onorarne il lavoro, l’impegno, la professionalità e il  sacrificio nel  corso della pandemia di Coronavirus nell’anno 2020” e quindi il loro ricordo resta nel cuore delle famiglie e di tutti gli infermieri come quello degli oltre 95mila cittadini che fino a oggi non ci sono più. L’andamento della mortalità rispecchia i picchi delle fasi pandemiche, ma mentre nella prima fase i decessi si concentravano quasi tutti a Nord, nella seconda sono purtroppo spalmati su tutto il territorio nazionale. Un’ulteriore dimostrazione del peso di Covid nei decessi è il paradossale calo in assoluto di circa un anno dell’età media dei deceduti: negli anni scorsi molti decessi erano legati all’età avanzata oltre che a patologie, nel 2020 sono stati legati alla pandemia e la maggior parte degli infermieri in prima linea è comunque mediamente giovane.

Gli infermieri sono la categoria professionale che conta il maggior numero in assoluto di contagi e anche a loro, come a chiunque è in prima linea, è dedicata la giornata e la lettera FNOPI. Fortunatamente, come ha evidenziato l’Istituto superiore di Sanità, i contagi tra gli operatori sono in diminuzione anche fino al 50% dopo le vaccinazioni. Secondo il dato INAIL, comunque, a dicembre 2020 gli infermieri contagiati sono l’84,4% di tutti gli operatori sanitari che hanno contratto il virus: circa 71mila tra i dipendenti (ma il dato ufficiale è al 31 dicembre e quindi sottostimato: la percentuale indicata da INAIL e applicata all’ultimo conteggio dell’ISS supera i 100mila contagi) a cui si aggiunge un’ulteriore percentuale di liberi professionisti non censita dall’INAIL che porta il totale dei contagiati a quasi 80mila nel 2020 a cui si aggiungono poi quelli del 2021.

Le percentuali di infermieri contagiati sono diverse nelle Regioni e si va dal minimo del 77,4% in Piemonte al massimo dell’89% in Molise tra gli operatori sanitari che hanno contratto il virus. Per loro e per tutti i cittadini, la FNOPI chiede al Governo, al Parlamento e alle Regioni di fare in modo che si possano accelerare le campagne vaccinali, considerando che gli infermieri, da sempre “vaccinatori” per eccellenza, possano essere messi nelle condizioni di agire in massa per la tutela della salute dei cittadini. E ricordano comunque che gli infermieri rappresentano, come sottolineano anche gli stessi cittadini-pazienti, la carta vincente per l’assistenza sul territorio.

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