AgenPress. Sin dal 2018, in Italia è in vigore un’apposita normativa che vieta qualsiasi forma di pubblicità, sia in forma diretta che indiretta, al gioco d’azzardo nonché a scommesse e giochi che offrono la possibilità di conseguire vincite in denaro. Per l’esattezza, stiamo parlando del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante “Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese”, successivamente convertito, non senza modifiche, dalla legge 9 agosto 2018, n. 96.
Il divieto è esteso a qualsiasi mezzo di comunicazione: dalla tv alla radio, dalle piattaforme digitali ai social media, passando anche per la stampa, affissioni e manifestazioni di natura sportiva, artistica o culturale. Sono, dunque, esonerati dallo svolgimento di attività pubblicitarie sia i committenti, sia gli organizzatori di eventi o manifestazioni, sia i proprietari dei mezzi o dei siti di diffusione o destinazione della campagna promozionale, pubblicitaria o di sponsorizzazione.
Sin dall’approvazione del decreto, l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) si è attivata affinché vi fosse coordinamento tra quanto stabilito dal Decreto con le norme già esistenti nel settore. Ogni anno, l’autorità è tenuta a sottoporre al Governo una relazione (nel 2023, la relazione annuale AGCOM ha avuto luogo il 19 luglio) circa le attività svolte ed i programmi di lavoro. Nell’ultima relazione, AGCOM ha dichiarato di aver portato avanti l’attività di vigilanza rispetto al divieto di pubblicità di giochi e scommesse con premi in denaro. Grazie anche al supporto della Guardia di Finanza, AGCOM ha potuto irrogare diverse sanzioni, alcune delle quali di importi molto considerevoli.
I numeri dell’attività sanzionatoria dell’AGCOM
L’AGCOM, nell’ambito delle attività di contrasto all’illegalità online, ha concentrato molte delle proprie energie non soltanto sul divieto di pubblicità ma anche sul secondary ticketing. Si tratta di una pratica molto diffusa, spesso altamente penalizzante per i consumatori, che porta soggetti non autorizzati a rivendere biglietti relativi ad eventi o spettacoli su appositi canali online, a prezzi pesantemente maggiorati.
Negli ultimi anni, è cresciuto il numero di provvedimenti sanzionatori avviati dall’AGCOM per il contrasto all’illegalità online. Tali numeri comprendono sia il divieto di pubblicità che le attività di secondary ticketing. In particolare, se nel 2020 sono stati avviati soltanto 5 provvedimenti sanzionatori, nel 2021 è stata raggiunta quota 6 ma è nel 2022 che tale cifra è raddoppiata, arrivando a 12 provvedimenti.
Probabile che sui numeri del 2020 e del 2021 possa aver inciso pesantemente la diffusione della pandemia da Covid 19. In questi due anni, tra l’altro, nessun provvedimento si è chiuso con l’archiviazione mentre nel 2022 un solo caso è stato archiviato.
Alcuni procedimenti si sono, invece, conclusi con l’oblazione, ossia attraverso il pagamento di una somma di denaro stabilita dalla legge, nonché delle spese processuali. In particolare, l’oblazione ha coinvolto un solo procedimento nel 2020, due nel 2021 e nel 2022.
Dando, invece, un’occhiata al numero di procedimenti chiusi con provvedimenti di ordinanza-ingiunzione, possiamo scoprire come questo sia stato l’esito conclusivo per 5 provvedimenti del 2020, 1 provvedimento del 2021 e ben 8 del 2022.
Chiudiamo con le sanzioni di carattere amministrativo irrogate. Limitatamente al divieto della pubblicità nel settore del gioco d’azzardo, AGCOM ha comminato sanzioni pari a soli 116.700 euro nel 2020, 133.334 euro nel 2021 e ben 2.477.800 euro nel 2022.
L’aumento esponenziale dell’ammontare delle sanzioni nel 2022, anno in cui la pandemia da Covid-19 ha nettamente rallentato la propria corsa, è il segnale di una forte ripresa del settore del gioco d’azzardo e di una rinnovata attenzione delle aziende che operano in questo comparto rispetto agli investimenti in pubblicità, nonostante i divieti imposti dalla normativa.
Divieto di pubblicità: alcune conseguenze per il settore del gioco d’azzardo
L’entrata in vigore del Decreto Dignità, accompagnato dalle rigorose sanzioni applicate dall’AGCOM, ha proiettato l’industria del gioco d’azzardo in Italia in una nuova fase di regolamentazione e controllo.
Una conseguenza diretta di questa normativa è stata l’adeguamento delle strategie di marketing e comunicazione da parte delle aziende operanti nel settore gaming. Molte di queste imprese, di fronte alla rigidità delle restrizioni italiane, potrebbero optare per spostare i loro investimenti pubblicitari verso mercati esteri, nei quali le leggi in materia sono meno vincolanti e le campagne promozionali non incontrano gli stessi ostacoli.
Parallelamente, i giocatori potrebbero cercare vie alternative per soddisfare la loro passione per il gioco d’azzardo. L’iscrizione a casinò online stranieri potrebbe emergere come una soluzione appetibile, poiché consentirebbe ai giocatori di accedere a piattaforme non soggette alle medesime restrizioni pubblicitarie imposte dal Decreto Dignità. In ogni caso, è fondamentale sottolineare che la scelta di giocare su siti stranieri comporta il rischio di imbattersi in operatori non regolamentati o poco affidabili.
Doveroso, però, sottolineare che esistono numerosi casino online stranieri sicuri. Infatti, l’assenza di una licenza italiana non dovrebbe automaticamente essere considerata come sintomo di piattaforme poco sicure.
In alcune circostanze, la decisione di operare senza licenza italiana potrebbe essere una scelta strategica da parte del provider, finalizzata a mantenere una maggiore flessibilità o a ridurre gli oneri burocratici. In ogni caso, prima di scegliere un casino estero, sarebbe consigliabile verificare la reputazione del provider, la presenza di licenze di gioco riconosciute a livello internazionale e le misure di sicurezza implementate.