Accordo raggiunto tra Hamas e Israele per rilascio ostaggi e cessate il fuoco. 94 di loro nelle mani dei terroristi

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AgenPress – Il presidente dello Shas, Aryeh Deri, questa sera (giovedì) alla conferenza annuale del partito a Gerusalemme ha fatto riferimento all’accordo che si sta formando per la questione dei rapiti e al cessate il fuoco a Gaza: “Ho ricevuto un messaggio che tutte le controversie sono state superate – anche negli ultimi punti”, ha detto Deri. Stanno aspettando di formulare il tutto e di dare un annuncio ufficiale. Netanyahu ha preso una delle decisioni più difficili”, ha aggiunto.

“Superati tutti gli ostacoli e l’accordo è in corso. Ora siamo impegnati con la formulazione tecnica finale”, ha osservato. Una fonte americana ha intanto riferito che le ultime controversie relative al contratto degli ostaggi sono stati risolti e che questo sta per essere firmato. Il gabinetto di sicurezza politica e il governo stanno discutendo dovrebbe riunirsi domani per approvare l’accordo per la liberazione degli ostaggi e la liberazione dei terroristi.

Deri si è opposto alla creazione di una commissione statale d’inchiesta sui fatti del 7 ottobre e ha affermato che “dovrebbe essere istituito un comitato investigativo accettabile”. alla maggioranza della gente.”

In mano ai terroristi restano 94 ostaggi, tra vivi e morti, trascinati nella Striscia il 7 ottobre 2023. Più due salme di militari uccisi in precedenza e due uomini entrati a Gaza per sbaglio dieci anni fa e trattenuti, che fanno salire il totale a 98. Le donne presunte vive sono dieci, dai 20 ai 34 anni, tra cui le cinque soldatesse osservatrici rapite nella base militare di Nahal Oz il giorno del massacro.

Su almeno tre delle altre non si ha nessuna notizia da almeno un anno: Emily Damari, 27 anni, e Doron Steinbrecher, 30, strappate al kibbutz di Kfar Aza, Romi Leshem Gonen, 23 anni, rapita al rave party di Reem.

Il corpo di un’altra donna, Inbar Haiman, 27 anni, anche lei al festival quel sabato nero, è da qualche parte nell’enclave.

Due i bambini, i fratellini Kfir e Ariel di due anni e quattro e mezzo, il cui destino è sconosciuto. Un’altra donna è la mamma, Shiri, 34 anni, che era con loro. Tredici sono i giovani tra i 19 e i 35 anni portati via dal festival musicale di cui non si conosce la sorte ma che non sono stati dichiarati morti dall’Idf. Mentre risultano uccisi al rave e portati a Gaza Jonatan Mordechai Samerano, 21 anni, Uriel Baruch, 35, e Guy Iluz, 26 anni. I soldati vivi ancora in ostaggio sarebbero due, mentre si sa che i terroristi continuano a tenere i resti di altri sette. Su quattro persone tra i 64 e gli 85 anni non ci sono informazioni dell’esistenza in vita, mentre altri sei sono stati dichiarati morti.

In prigionia ci sono anche sei lavoratori thailandesi rapiti nei kibbutz, mentre altri due risultano deceduti. Hamas tiene prigioniero anche uno studente nepalese di 23 anni e il corpo di un altro ragazzo della Tanzania che aveva 21 anni. Tra gli uomini giovani che vengono ritenuti vivi c’è Yarden Bibas, il padre dei due piccoli dai capelli rossi rapito separatamente dal resto della famiglia. Di lui ci sono due video: il primo mentre viene portato a Gaza in moto dai jihadisti, con una folla di civili palestinesi che lo assaltano e gli rompono la testa con un sasso; il secondo in cui viene informato in diretta dai terroristi, mentre girano una clip, che i due figli e la moglie sono stati uccisi da un bombardamento israeliano. Ma né l’intelligence né l’Idf hanno verificato che fosse la verità. Si nutrono speranze che siano riusciti a restare vivi anche alcuni ostaggi, portati via dalle loro case nei kibbutz del sud di Israele, tra i 37 e 55 anni: Omri Miran, 46 anni, Ohad Yahalomi (49), Eli Sharabi (55), Tal Shoham (39), Yair Horn (45), Eitan Horn (37). In totale i corpi di civili e soldati tenuti in ostaggio da Hamas e Jihad islamica palestinese sono 34, 36 se si tiene conto dei due militari uccisi prima del 7 ottobre. Mentre gli ostaggi tornati a casa sono 157.

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