Afghanistan. Kissinger, “non è mai stato un Paese moderno. Ci siamo illusi di costruire una democrazia”

AgenPress – “Ci siamo persuasi che l’unico modo per impedire il ritorno delle basi terroristiche nel Paese era quello di trasformare l’Afghanistan in uno Stato moderno, dotato di istituzioni democratiche”,

È quanto afferma l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger in un intervento sull’Economist pubblicato oggi dal Corriere della Sera dopo “la riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani”.

Ma l’Afghanistan “non è mai stato un Paese moderno”. Secondo l’ex politico americano, “erigere uno Stato democratico moderno” in un Paese così diviso, “dove i decreti del governo vengano rispettati da un capo all’altro del Paese, richiede anni, se non decenni”.
Ecco perché  Per Kissinger gli obiettivi militari sono stati “irraggiungibili”, quelli politici “troppo astratti e sfuggevoli”.

L’America, secondo l’analisi del premio Nobel per la Pace, “non può sottrarsi al suo ruolo di attore chiave nell’ordinamento internazionale, sia per le sue capacità che per i suoi valori storici. Non può rinnegarli, semplicemente ritirandosi dall’Afghanistan”.

Per Kissinger, “la lotta ai ribelli poteva essere ridimensionata a contenimento, anziché annientamento, dei talebani” e “il percorso politico-diplomatico avrebbe potuto esplorare uno degli aspetti particolari della realtà afghana: che i Paesi confinanti, anche se in aperta ostilità tra di loro e non di rado con l’America, potessero sentirsi profondamente minacciati dal potenziale terroristico dell’Afghanistan”. “Una diplomazia creativa avrebbe potuto distillare misure condivise per debellare il terrorismo in Afghanistan. Questa alternativa non è mai stata esplorata”, conclude, convinto che l’America non possa “sottrarsi al suo ruolo di attore chiave nell’ordinamento internazionale”.

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