Afghanistan. Per sfuggire alla morte donne e ragazze cristiane date come “bottino guerra” ai soldati talebani

AgenPress – Cambia il vertice dopo 20 anni: l’Afghanistan diventa il paese più pericoloso al mondo per i cristiani, anche se aumenta di 2 punti la persecuzione in Corea del Nord (record di sempre), la quale ricopre ora il 2° posto.

Lo rivela Open Doors nel suo rapporto annuale sulla persecuzione: aumentano a 5.898 i cristiani uccisi per la loro fede, il 78% dei quali in Nigeria. Il paese più pericoloso è l’Afghanistan, seguito dalla Corea del Nord.

E proprio in Afghanistan la presa di potere dei talebani e la crisi derivata fanno da propulsore alla violazione delle libertà fondamentali in questo paese, ma attenzione: l’anno precedente era al 2° posto (con 94 punti), la libertà religiosa non esisteva da prima che i talebani riprendessero il potere. Il nostro report dipinge un quadro
scioccante della vita della piccola e nascosta comunità cristiana in Afghanistan, lasciando intendere che:
• gli uomini cristiani vanno quasi certamente incontro alla morte, se la loro fede viene scoperta;
donne e ragazze possono evitare la morte, ma per essere date in moglie come “bottino di guerra” a giovani combattenti talebani. Altre vengono violentate e poi sottoposte alla tratta;
• il nuovo governo talebano ha ottenuto l’accesso a documenti che hanno contribuito
all’identificazione di cristiani afgani, spesso arrestati al fine di scovare reti di cristiani e poi
uccisi. Combattenti talebani li cercano attivamente, anche casa per casa;
• gran parte della popolazione cristiana è scappata nelle regioni rurali o nei campi profughi delle nazioni vicine, tutte presenti nella WWL perché ostili ai cristiani.
A causa di una nuova legge contro il pensiero reazionario, la Corea del Nord ha visto un aumento del numero di cristiani arrestati e delle chiese in casa chiuse6
. L’arresto significa inevitabilmente imprigionamento in uno dei brutali “campi di rieducazione” della nazione, dai quali pochi escono vivi.

Nelle prime 5 posizioni, ci sono 4 nazioni islamiche, come evidenza del fatto che l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana: Afghanistan (1°), Somalia (3°), Libia (4°) e Yemen (5°). Per la precisione qui le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale radicalizzata, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e se scoperti (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte. L’Eritrea rimane stabile (6°),
mentre la Nigeria sale ancora (7°), confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo, sebbene gli USA l’abbiano rimossa dalla lista delle nazioni preoccupanti dal punto di vista della libertà religiosa.
Il Pakistan scende dal 5° all’8° posto, con una lieve diminuzione del punteggio 7
, rimanendo stabilmente la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana. L’Iran (9°) non si smentisce, rimane tra le nazioni dove la vita della chiesa è più difficile: costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi clandestini in casa, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico e, come in tutti i succitati paesi islamici, i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi.

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