Anno giudiziario. Il no degli avvocati milanesi e torinesi a Davigo. Replica Csm: “irricevibile”

Agenpress – La presenza di Piercamillo Davigo non è gradita e definita inopportuna dagli avvocati milanesi e torinesi che  “non lo vogliamo all’anno giudiziario”.

Davigo  in un’intervista al Fatto Quotidiano sulla riforma della prescrizione aveva affermato che i legali contribuiscono a rendere i processi più lenti, ad esempio impugnando le sentenze anche quando non è necessario.

In sostanza attribuito la maggior parte delle colpe nei ritardi dei processi agli avvocati, interessati alle dilazioni per maggiori guadagni, proponendo anche che siano i legali a pagare in solido nel caso il ricorso in appello o in Cassazione del loro cliente venga respinto. Affermazioni che hanno fatto infuriare i legali e spinto la Camera Penale a prendere una posizione contro un singolo giudice senza precedenti nella storia della giustizia in Italia.

Il magistrato non ha mai nascosto le sue tesi sulla prescrizione, ma le sue affermazioni hanno suscitato polemiche.  E queste esternazioni – che, secondo i legali “negano i fondamenti costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e del ruolo dell’Avvocato nel processo penale” – hanno dato il via a un dissidio che si alimenta a colpi di comunicati e accuse a distanza.

La Camera penale di Milano (l’organismo che raccoglie gli avvocati penalisti del distretto giudiziario del capoluogo lombardo) prende posizione  e chiede che il Csm non mandi in sua rappresentanza il consigliere togato Davigo all’inaugurazione dell’anno giudiziario che si svolgerà sabato e alla quale ha annunciato la propria partecipazione anche il ministro della Giustizia Bonafede.

“Stupisce – scrive il Csm in una nota – che venga proprio da un’associazione di avvocati la richiesta di censurare la libera manifestazione del pensiero”. E, dunque, il comunicato dei penalisti viene giudicato “irricevibile” dal Csm che lo considera “irrispettoso delle prerogative di un organo costituzionale”. La richiesta degli avvocati inevitabilmente ha suscitato un putiferio nelle acque perennemente agitate del mondo della giustizia italiana, aggiungendo benzina al fuoco delle polemiche che vanno dalla sospensione della prescrizione, alla riforma delle intercettazioni, al carcere preventivo.

Nelle sue affermazioni Davigo ha superato il limite, ed è per questo che gli avvocati lo attaccano, è in sintesi il significato della nota: ”È del tutto chiaro a chiunque che il problema si è creato solo perché da tempo il predetto magistrato si produce in esternazioni che per forma e sostanza superano ogni limite di accettabilità, anche e soprattutto in funzione della sua carica di Consigliere del Csm”, si legge.

“Invece di confrontarsi con il merito delle dichiarazioni altrui – sottolinea la giunta del sindacato delle toghe – si pretende che al soggetto portatore di opinioni divergenti venga tolta la parola. L’iniziativa, mera provocazione, contraddice i valori che predica di tutelare e si inscrive nella sgradevole ma purtroppo diffusa tendenza di alimentare inutili polemiche al solo fine di fare scalpore”.

“La richiesta di revocare la designazione del consigliere Davigo a rappresentare il Csm all’inaugurazione dell’anno giudiziario nel distretto di Milano è irricevibile, sia per i suoi contenuti, volti a sanzionare la libera manifestazione del pensiero, sia perché irrispettosa delle prerogative di un organo istituzionale”, si legge in una lettera inviata al presidente dei penalisti milanesi. “Stupisce che venga proprio da una associazione di avvocati la richiesta di censurare la libera manifestazione del pensiero”, è l’accusa.

 

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