Bielorussia. Maria Kolesnikova. “Il Kgb mi ha minacciato di morte”

AgenPress – “Dicevano che se mi fossi rifiutata di lasciare volontariamente la Bielorussia, sarei stata comunque portata fuori dal paese: viva o a pezzi”.

Lo racconta dissidente bielorussa Maria Kolesnikova,  membro del presidium del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, denunciando che gli agenti del Kgb che hanno tentato di portarla in Ucraina contro la sua volontà le avevano messo un sacco in testa e minacciavano di ucciderla.

Kolesnikova racconta di aver strappato il passaporto per non essere portata all’estero.  “Ho preso queste minacce in modo serio”, spiega Kolesnikova in una dichiarazione al Comitato Investigativo bielorusso ripresa dall’agenzia di stampa Interfax. “Nello specifico . Minacciavano anche di farmi condannare a 25 anni di reclusione, di crearmi problemi nel centro detentivo e in prigione. Ho preso anche queste minacce in modo serio”.

L’oppositrice, che lunedì era stata sequestrata in pieno giorno da uomini in abiti civili neri che l’avevano costretta a salire su un pulmino, racconta che dopo che si è rifiutata di lasciare il Paese è stata chiusa in una cella e tenuta lì per un’ora. “Quando sono stata detenuta illegalmente nel centro di reclusione del Kgb – sottolinea Kolesnikova – ho sfruttato ogni occasione per dire ai funzionari che passavano dalla mia cella che ero stata rapita e per chiedere loro di informare il mio avvocato e mio padre di dove mi trovassi”. La dissidente racconta quindi che gli agenti del Kgb le hanno messo un sacco in testa e l’hanno spinta su un pullmino per raggiungere il confine con l’Ucraina, ma lei ha strappato il passaporto per impedire ai servizi segreti bielorussi di portarla all’estero contro la sua volontà. A quel punto, gli agenti l’hanno di nuovo costretta a salire sul pullmino e l’hanno portata indietro, dalle guardie di frontiera di Mozyr, dove è stata tenuta fino alla sera del 9 settembre.

 

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