Bimbo ucciso. La madre fermata per omicidio non risponde al Gip. Trovato il coltello

AgenPress –  E’ stata sottoposta a fermo per omicidio la madre del bambino di due anni che lei stessa aveva portato morto in un supermercato a Pò Bandino, una frazione di Città della Pieve, con un bambino di due anni in braccio e poi dichiarato morto dopo una ventina di minuti, lo ha adagiato sul nastro trasportatore, fermo, di una delle casse ed ha cominciato a chiedere aiuto.

In serata la donna era stata comunque portata in caserma per essere interrogata dal sostituto procuratore di turno Manuela Comodi. Accertamenti in corso anche su un coltello recuperato in un casolare abbandonato e disabitato non lontano dal negozio. Il bimbo aveva numerose ferite da arma da taglio, al petto.

La donna, una quarantaquattrenne di nazionalità ungherese, 43 anni, senza fissa dimora, sia al personale del supermercato, sia agli investigatori dell’Arma è apparsa in stato confusionale e avrebbe poi fornito diverse versioni ritenute contrastanti su quanto era successo.

La donna che risulta residente a Rieti e domiciliata Chiusi – ha detto di essere stata aggredita da una non meglio precisata terza persona e che il figlio nella colluttazione sarebbe rimasto ferito. Versione che non convince, così come quella in cui parla del bambino adagiato nei pressi del casolare abbandonato di fronte al supermercato perché si era addormentato. Quell’edificio ieri è stato centrale nella ricostruzione dell’accaduto anche perché la donna è stata vista attraversare la strada proprio in quel punto.

E’ per questo che nel casolare, per tutto il pomeriggio e la serata di ieri, sono rimasti i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche per repertare tutto quello che poteva essere loro utile. E in serata lì hanno trovato un coltello, nella borsa della donna,  che potrebbe essere l’arma del delitto.   Elemento ora al vaglio degli investigatori coordinati dalla Procura di Perugia per stabilire se si tratti o no, dell’arma del delitto. Quando è stato soccorso il bambino aveva ferite da taglio al petto. Nel pomeriggio nel giardino dell’edificio avevano già repertato tracce di sangue.

Il provvedimento di fermo è stato adottato dal sostituto procuratore Manuela Comodi dopo avere sentito la donna che si è formalmente avvalsa della facoltà di non rispondere.

Sono, infatti, considerati “numerosi e significativi” gli elementi d’accusa raccolti. Secondo gli inquirenti “la mole degli indizi raccolti” propende, per una presunta responsabilità della madre del piccolo, la quale sarebbe l’unica ad aver trascorso le ore antecedenti all’evento delittuoso con il piccolo.

Nell’area antistante il supermercato dove è stato portato il bambino, sono stati rinvenuti numerosi oggetti appartenuti a madre e figlio. Tra questi un passeggino, tra l’altro sporco di macchie al momento non meglio identificate che potrebbero essere di sangue, alcuni giocattoli, tra cui un peluche, un pannolino usato, e tracce di alimenti.

Molto significativi sono ritenuti anche altri oggetti rinvenuti nelle pertinenze del casolare abbandonato nelle vicinanze. Lì sono stati trovati altri giocattoli, sempre di probabile appartenenza del piccolo, oltre ad una maglietta sporca di sangue con dei tagli sulla parte anteriore ed una felpa della madre. Stamani i carabinieri hanno compiuto nuovi controlli presso lo stabile, battendo praticamente palmo a palmo l’area.

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