Birmania. 18 manifestanti uccisi. Legge marziale in due zone di Yangon

AgenPress – E’ salito a 18 il numero dei manifestanti uccisi in Myanmar in una delle più sanguinose giornate di protesta contro il golpe del 1 febbraio con cui la giunta militare che ha rovesciato il governo civile. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti a Hlaing Tharyar, una delle più grandi township della città, dove le autorità hanno imposto la legge marziale. Una dottoressa dell’ospedale ha confermato che almeno “15 persone sono morte”, i feriti curati “sono almeno 50” e “il bilancio delle vittime potrebbe essere più pesante. La tv di Stato, riferisce la Reuters, ha poi dato notizia di un poliziotto ucciso, mentre altri tre manifestanti sono stati uccisi nelle proteste in altre zone del Paese.

Domenica la giunta militare al potere ha introdotto il regime di legge marziale nel comune di Hlaing Tharyar, che fa parte di Yangon: è successo dopo che la Cina aveva detto che le fabbriche cinesi in quell’area erano state danneggiate dai manifestanti, che avevano causato il ferimento di vari cittadini cinesi. Secondo i manifestanti la Cina sostiene i militari autori del colpo di stato.

L’emissario dell’Onu per la Birmania, Christine Schraner Burgener, denuncia il “bagno di sangue” in corso nel paese e chiede alla “comunità internazionale, e soprattutto agli attori della regione, di unirsi in solidarietà della popolazione birmana e delle sue aspirazioni democratiche”.

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