Agenpress. Il Centro Studi di Confindustria ha oggi smontato, in una sua nota, le previsioni di finanza pubblica del Governo, scrivendo che il raggiungimento di un deficit programmato per il 2020 al 2,2% del Pil “è problematico perché le coperture indicate nella Nadef non appaiono esaustive.

Infatti, metà di esse sono riconducibili agli effetti di misure di contrasto all’evasione che per definizione sono entrate incerte o di tagli di spesa rinviati a una azione di revisione in corso d’anno”. CSC scrive anche che il rapporto deficit/Pil rimane identico per tre anni consecutivi, nonostante la prevista riduzione della spesa per interessi, rendendo difficile mettere il debito pubblico su un sentiero di riduzione.

La crescita del Pil per il 2020 appare sovrastimata soprattutto nello scenario tendenziale (+0,4% con l’aumento delle imposte indirette); “è molto elevato il rischio di non rispettare la parte preventiva del Patto di stabilità e crescita”, per il CSC. Una chiosa pesante.

In questa situazione, di conseguenza, la Commissione europea potrebbe quindi richiedere all’Esecutivo Conte una correzione dei conti già a novembre oppure l’anno prossimo. Nelle stime del Governo, il rispetto delle regole europee si basa infatti su due elementi: la stima dell’output gap negativo che riduce la correzione richiesta a 0,5 punti di Pil (da 0,6).

Una stima molto più bassa di quella fatta dalla Commissione lo scorso maggio; l’utilizzo completo della possibilità di deviare in modo non significativo dall’obiettivo di correzione (per 0,44 punti di Pil). Quest’ultima è prevista per tener conto di eventuali scostamenti riconducibili a un cambiamento del contesto macroeconomico.

Al contrario, viene utilizzata integralmente per cercare di adempiere alle regole del Patto. Includendo anche la flessibilità per il dissesto idrogeologico, pari a 0,2 punti di Pil, la deviazione dall’obiettivo raggiunge 0,64 punti di Pil, scrive il CSC. Per questo abbiamo chiesto al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri un’operazione verità prima di presentare la prossima Legge di Bilancio.

E’ quanto dichiara, in una nota, Renato Brunetta (Forza Italia).