Caso Emanuela Orlandi, dal fratello nuove e clamorose rivelazioni

AgenPress. Il 14 gennaio scorso Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 53 anni. Il 22 giugno prossimo invece saranno 38 anni dalla sua scomparsa. Chiuse tutte le indagini italiane e sempre in attesa dell’apertura di un’inchiesta vaticana, la famiglia Orlandi continua a fare indagini e accertamenti in privato; come far esaminare a caro prezzo le ossa scoperte nell’ossario trovato nelle due tombe al cimitero teutonico vaticano.

Intervenuto a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV (canale 264 del digitale terrestre), Pietro Orlandi ha fatto nuove e clamorose rivelazioni. 

Intervistato da Fabio Camillacci, il fratello di Emanuela Orlandi ha affermato: “Ancora tante persone, alcune delle quali attendibili, mi contattano dicendomi ‘ci dobbiamo incontrare, devo vederti perché ho da raccontarti una cosa importante’. Una di queste persone, molto attendibile, mi ha raccontato che all’epoca della scomparsa di Emanuela fu sentito dalla Digos alla quale disse che il boss della banda della Magliana Enrico De Pedis era solito visitare il complesso di Sant’Apollinare dove c’era la scuola di musica frequentata da mia sorella; e spesso veniva visto uscire dall’ufficio di Oscar Lugi Scalfaro che poi nell’agosto del 1983 divenne ministro dell’Interno. Perché l’ufficio di Scalfaro era al fianco di quello di suor Dolores che a sua volta era amica di De Pedis. Tutto questo fu verbalizzato, ma a oggi di quei verbali non c’è traccia anche se io continuo a cercarli. Che fine hanno fatto? Tutto questo riporta alla sepoltura dello stesso De Pedis proprio lì a Sant’Apollinare: il massimo esempio di quel sistema Stato-Chiesa-criminalità di cui parlo da anni.

Questa stessa persona inoltre mi ha detto che Scalfaro e il cardinal Ugo Poletti erano molto amici di monsignor Piero Vergari, che fu indagato di concorso in sequestro nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Emanuela. Vergari a sua volta amico di De Pedis. E sempre ultimamente, altre persone attendibili mi hanno mostrato una foto scattata in un appartamento di Piazza Navona e in cui si vede De Pedis versare champagne al cardinal Poletti. Vicino a loro due c’è anche un alto ufficiale dell’esercito”.

Pietro Orlandi poi ha parlato del comportamento tenuto in questo giallo dai tre Papi che si sono succeduti: “Giovanni Paolo II -ha detto Orlandi- all’inizio era il nostro punto di riferimento, dimostrò di interessarsi alla vicenda di Emanuela, poi improvvisamente ha permesso al silenzio e all’omertà di calare su questa storia. Benedetto XVI non può non sapere che fine ha fatto mia sorella perché era molto vicino a Giovanni Paolo II, eppure ha sempre fatto cadere nel vuoto i nostri appelli, se ne è abbondantemente lavato le mani. Papa Francesco invece ha alzato il muro più di tutti limitandosi a dire: “Emanuela sta in cielo”. Come fa a dirlo? Allora sa qualcosa? Sta di fatto che lui come tutti coloro che lo circondano si rifiutano di incontrarmi o di ricevere almeno il mio avvocato Laura Sgrò che da anni sta chiedendo l’apertura di un’inchiesta interna al Vaticano”.

La verità su Emanuela Orlandi fa ancora paura? A questa domanda Pietro Orlandi ha risposto dicendo: “Ho potuto appurare che all’interno del Vaticano hanno molta paura della verità, sia le persone a conoscenza di ciò che è realmente accaduto a mia sorella, sia quelle che non sanno nulla. Quando incontro qualche vescovo o monsignore, lo saluto e mi fermo a parlare di altre cose, non di Emanuela, ma noto che si guarda subito intorno come impaurito e non vede l’ora di andare via. Qualche vescovo addirittura mi telefonò per dirmi di evitare certi incontri perché la Segreteria di Stato vaticana lo aveva chiamato per chiedergli come mai stava parlando con Pietro Orlandi. Purtroppo dunque la verità fa ancora paura. Chiudo tornando al discorso iniziale: da quasi 38 anni incontro tutti quelli che mi dicono di avere elementi utili per seguire una nuova pista. Lancio l’ennesimo appello dalle telecamere di Cusano Italia TV: chi sa qualcosa parli, mi contatti. Ho incontrato al buio anche criminali e mafiosi, mettendo a rischio la mia stessa persona. E la cosa che più mi colpisce è che ho ricevuto e ricevo più solidarietà e vicinanza da certi ambienti criminali che dal Vaticano. Sembra assurdo ma è così”.

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