Catania. Pfizer licenzia 130 operai. Motivi economici? Nel 2021 ha fatturato 21 mld di euro con profitto di 7 mld

AgenPress – Il 7 febbraio scorso l’azienda americana ha comunicato che dallo stabilimento etneo dovranno lasciare il posto di lavoro 130 operai. Tanti sono gli “esuberi“, secondo l’orrido slang buro-aziendale.

Dalla fine di febbraio, inoltre, non sarà rinnovato il contratto di 50 dipendenti di un’azienda dell’indotto, che di fatto lavorano per Pfizer, e nel ridimensionamento potrebbero essere coinvolti anche altri 60 tra lavoratori e lavoratrici.

La decisione di Pfizer non è legata a difficoltà economiche. Nell’ultimo trimestre del 2021 la multinazionale ha realizzato in tutto il mondo un fatturato pari a 24 miliardi di dollari, intorno ai 21 miliardi di euro, e un profitto di 8,15 miliardi di dollari, poco più di 7 miliardi di euro. Nei prossimi giorni sono attesi i risultati del quarto trimestre 2021 da cui sarà possibile capire quanto l’azienda è cresciuta grazie alla fornitura del vaccino contro il coronavirus sviluppato in collaborazione con BioNTech.

Lo stabilimento  fu fondato nel 1959 dall’American Cyanamid la prima azienda a produrre il vaccino contro la poliomielite, l’azienda cambiò in seguito nome in Wyeth e si fuse nel 2009 con Pfizer.

In questo stabilimento non vengono prodotti componenti o preparati che servono per i vaccini contro il coronavirus, diventato comprensibilmente uno dei principali prodotti di Pfizer. Nello stabilimento che si trova vicino all’aeroporto di Fontanarossa, a sud della città, si producono farmaci iniettabili a base di penicillina e per uso ospedaliero, la cui richiesta è in forte calo. Nell’ultimo anno ne sono stati prodotti circa 3 milioni di flaconi contro picchi di 15 milioni all’anno tra il 2017 e il 2019.

Lunedì 7 febbraio, Pfizer ha trasmesso ai sindacati l’elenco dei 130 esuberi. Elisa Tomasello, intervistata dal Fatto Quotidiano, ha saputo che nella lista c’era anche il suo nome da un messaggio diffuso via WhatsApp. Nei giorni scorsi le era stato detto che la sua posizione lavorativa non sarebbe stata coinvolta negli esuberi, invece la previsione era sbagliata. Tomasello lavora a Catania da cinque anni e mezzo. Era tornata in Sicilia dopo aver lavorato a Milano.

“Prima ho avuto contrattini, poi mi hanno assunta a tempo indeterminato. Sono in un reparto di grande responsabilità, quello che si occupa del rinnovo della licenza dei farmaci, delle gare di appalto”. Negli ultimi anni ha rifiutato offerte da altre multinazionali perché riteneva il suo posto di lavoro a Catania piuttosto sicuro, ancora di più dopo lo sviluppo del vaccino contro il coronavirus che Pfizer ha distribuito in molti paesi del mondo.

Al momento non è chiaro cosa succederà ai dipendenti in esubero. Il direttore dello stabilimento di Catania, Giuseppe Campobasso, ha prospettato la possibilità di trasferimenti all’interno della rete di produzione di Pfizer in Italia oltre a incentivi economici per favorire le uscite.

In una nota, Pfizer ha assicurato che lo stabilimento di Catania continuerà a essere “parte integrante della rete globale di produzione e fornitura, infatti è stato programmato un intervento di modernizzazione con un investimento di 27 milioni di euro nei prossimi tre anni”. In previsione di questo investimento, Pfizer ha confermato la necessità di fare “adeguamenti necessari, dovuti anche al calo della domanda dei volumi produttivi di un antibiotico iniettabile, che porteranno a una riduzione dell’organico”.

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