Cedolare secca 2020. Ipotesi aumento dal 10% al 12,5%

Agenpress – Aumenta la cedolare secca sugli affitti. Rincarano le imposte di registro sui contratti di compravendita. E c’è il rischio che, dietro l’annunciata fusione fra Imu e Tasi si nasconda il rischio di una ‘stangatina’. Se lo spettro di una nuova patrimoniale è stato per ora allontanato dall’orizzonte dell’esecutivo giallo-rosso, per i proprietari di immobili la manovra economica 2020 non può definirsi, dal punto di vista dei saldi, un buon affare.

Nel 2014 la cedolare secca, un regime facoltativo che consiste nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile), è stata provvisoriamente ridotta dal 15% al 10% ed è poi rimasta ferma grazie a una serie di proroghe, l’ultima con la legge di bilancio del 2018.

Adesso, dopo cinque anni, l’aliquota sugli affitti a canone concordato dovrebbe tornare a salire dal 10% al 12,5%. Tra le altre misure che riguardano gli immobili, secondo quanto si legge nel Documento programmatico di bilancio, verranno triplicate le imposte ipotecarie e catastali (da 50 a 150 euro ciascuna) per i trasferimenti delle case tra privati, mentre quelle sui trasferimenti immobiliari soggetti ad Iva caleranno (da 200 a 150 euro).

Nel Documento programmatico di bilancio si legge che il governo prevede entrate per 210 milioni nel 2020 e oltre 300 milioni nel 2021 grazie alla revisione delle cosiddette “tax expenditure”, che includono una riduzione delle detrazioni Irpef e una diversa modulazione delle imposte sulla prima casa.

Nello specifico viene introdotta una soglia di reddito oltre la quale l’agevolazione Irpef relativa a oneri detraibili al 19% si azzererebbe con gradualità ma fanno eccezione le detrazioni per spese per interessi passivi sui mutui.

Sarà poi introdotta un’imposta di bollo a 2,40 euro per foglio per i certificati rilasciati da organi dell’autorità giudiziaria relativi alla materia penale. Al via, infine, anche la riduzione delle esenzioni in vigore per i buoni pasto cartacei a 4 euro e un contestuale aumento dell’esenzione a 8 euro per i buoni pasto elettronici.

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