Intervista di Interris.it alla psicologa e psicoterapeuta Chiara D’Urbano sul modello di sacerdozio e di Chies che esce dall’emergenza coronavirus
AgenPress. La Chiesa โcontemplattivaโ, secondo Chiara DโUrbano, ha vinto la sfida della pandemia. โTroppo spesso oggi ciรฒ che รจ associato alla sofferenza e alla morte viene โrimossoโ come dimensione scomoda dellโesistenza umana, impegnati come siamo aย garantire lโefficienza massimaย del nostro corpo e delle nostre prestazioniโ, afferma aย Interris.itย la psicologa e psicoterapeutaย Chiara DโUrbano.
DโUrbano e Chiesa
Perito dei Tribunali del Vicariato di Roma, Chiara DโUrbano collabora nella ricerca e nella docenza con lโistituto di studi superiori sulla donnaย dellโAteneo pontificio Regina Apostolorum. Per il sito della casa editriceย Cittร Nuovaย segue una rubricaย on lineย sulla vita in comune e cura un blog sullaย vita consacrata.
Neiย suoi saggiย ha analizzato i percorsi vocazionali. Mai come in pandemia i sacerdoti sono stati un punto di riferimento per la societร . Colmano un vuoto delle istituzioni civili?
โIl tempo di pandemia, che pure ha avuto e ha letture interpretative diverse, per quasi tutti noi รจ stato un inevitabile faccia-a-faccia con lโangoscia di morte e di perdita dei propri genitori, nonni, congiunti, quindi delle sicurezze piรน care di vita.ย Lโevento traumatico del Covid-19 che, proprio in quanto traumatico, non era assolutamente prevedibile nรฉ controllabile. Ha rappresentato unโoccasione direi unica per sospendere il tempo e cercare nuove risorse, nuove fonti di senso, o dare alimento rinnovato ai propri punti di riferimento. In questo scenario dirompente le figure sacerdotali sono state preziosissime, a loro dobbiamo moltoโ.
Puรฒ farci un esempio?
โNon solo per la disponibilitร ad ascoltare, ad accogliere le paure e le ansie di giovani e anziani, e per lโattivazione pratica di interventi caritativi e condivisione liturgica, ma proprio per la loro stessa vocazione. Anchโessi umani certamente, ma anche portatori di speranza (di cui la nostra societร ha estremo bisogno), di uno sguardo che attraversa il presente per cercarne un senso profondo, che quindi ci dia coraggio, riduca il senso di buio che questi ultimi mesi hanno suscitato. Per questo รจ irrinunciabile il loro esserci che integra altre vocazioni, come quelle civili e politicheโ.
Nel messaggio per la giornata mondiale dei poveri il Papa ha scritto che preghiera e caritร devono convivere. Quale profilo contemplativo e attivo caratterizza i percorsi odierni di vocazione?
โร notevole constatare come nei nostri studi clinici emerga, seppur non sempre in modo esplicito, il bisogno di ritrovare una dimensione contemplativa di vita, intesa come un โoltreโ il tangibile e il concreto del quotidiano affannoso. ร un desiderio che portano โ non sempre a parole โ laici, padri e madri di famiglia. Ma anche quanti sono giร dentro un percorso vocazionale, perchรฉ il rischio dellโefficientismo e dellโiper-lavoro, pensiamo alla riduzione numerica di sacerdoti e consacrati, รจ uno dei piรน minacciosi di chi ha fatto della propria esistenza unโadesione totale a Dio. Per rispondere alla sua domanda, sono soprattutto i giovani oggi โ paradossale, no? โ a voler recuperare e custodire durante la giornata e nella formazione personale e comunitaria un tempo di preghiera, di adorazione, di intimitร orante, perchรฉ gli oneri pastorali e apostolici non prendano il sopravventoโ.
A cosa si riferisce il Pontefice?
โIl Papa coglie ancora una volta lโesigenza della nostra epoca che, per quanto super-tecnologica, in realtร anela spazi di โsostaโ, di quiete, di incontro con Qualcuno, magari non ancora conosciuto, che possa offrire significati esistenziali non effimeriโ.
Si sta definendo un nuovi profilo โcontemplattivoโ di sacerdozio?
โIl prete โcontemplattivoโ mi piace come espressione! Direi che si sta camminando in quella direzione. I sacerdoti religiosi, che quindi vivono in comunitร , stanno riscoprendo quanto sia benefico avere un ambiente di fratelli che, pur fragile e complesso, (come ogni consesso umano) dร equilibrio al cuore e alla vocazione stessa, perchรฉ riduce le occasioni di solitudine in cui spesso i sacerdoti diocesani si trovano. Da qui la cura per i tempi comuni, per non mancare ai momenti di preghiera insiemeโฆin fondo credo sia anche questa la dimensione contemplativa della vitaโ.
Qual รจ la sua esperienza professionale al riguardo?
โMentre i sacerdoti diocesani, che pure non hanno un gruppo stabile di riferimento, stanno provando a ritagliarsi e custodire durante la giornata dei momenti di preghiera, โdifesiโ in mezzo agli innumerevoli impegni ed esigenze della parrocchia, della diocesi. Almeno questa รจ lโesperienza di cui sono testimone nellโaffiancare sacerdoti e consacrati. Sono soprattutto le nuove generazioni, come dicevo, a farsi portatrici di un recupero di spiritualitร , proprio nel senso di un equilibrio vitale tra azione e contemplazione. Forse รจ la maggior fragilitร emotiva attribuita ai giovani che entrano in seminario o in comunitร a far loro desiderare ritmi piรน equilibrati, fatto sta che risulta positiva la necessitร che essi esprimono, che nella formazione prima, e nella vita apostolica poi, si inseriscano e si tutelino tempi di preghiera per se stessi e da condividere con la genteโ.
Eโ lโattualizzazione dell’โora et laboraโ del monachesimo benedettino?
โLa vita monastica benedettina รจ stata profetica: lโequilibrio che propone ha una valenza enorme meta-temporale sia sul piano spirituale che su quello psicologico. Il sacrificio, il dono di sรฉ incondizionato che si esprime nelle risposte vocazionali in senso stretto non possono, infatti, prescindere da unโarmonia che fa sintesi, o meglio integra, lโattenzione agli altri, ma anche a sรฉ; al servizio generoso, ma anche ai tempi personali di recupero, di riposo, di silenzio, di incontro personalissimo con Dio, di amiciziaโ.
Ciรฒ cosa comporta?
โQuando un aspetto prevale troppo sullโaltro i rischi sono noti: un eccesso di attenzione โal proprio tempo e spazioโ รจ in linea col narcisismo che affligge un poโ tutti noi, chi piรน chi meno. Un eccesso di dedizione al lavoro crea le pre-condizioni per il burn-out, lo svuotamento di energie che poi conduce la persona a fermarsi, stanca e demotivata. Perciรฒ oggi si insiste molto sulla maturitร psicoaffettiva, a partire dal nostro Papa che finalmente mette esplicitamente a tema questo argomento (ad esempio nellโAmorisย Laetitia, capolavoro di umanitร ), e che possiamo declinare come benessere integrale, spirituale e psicologico, dove azione e contemplazione non si escludono a vicendaโ.