Cina. Chiusi sei negozi H&M, dopo accuse di lavoro forzato e discriminazione degli Uiguri

 AgenPress – Almeno sei negozi minori di Hennes & Mauritz, il colosso svedese dell’ abbigliamento, sono stati chiusi in alcune città della Cina a causa del rifiuto della compagnia di acquistare il cotone, per le accuse di lavoro forzato, dalla controversa regione dello Xinjiang. La Cina è uno dei cinque mercati più grandi per H&M in termini di ricavi con il 5,2% delle vendite totali del gruppo nel 2020.

Nelle città di Urumqi, Yinchuan, Changchun e Lianyunang i negozi sono stati chiusi dai proprietari dei locali, secondo gli operatori dei centri commerciali contattati da Bloomberg. L’iniziativa cade nel mezzo della crescente protesta e del boicottaggio sui social media cinesi contro la dichiarazione dello scorso anno con cui H&M esprimeva preoccupazione per le segnalazioni di lavori forzati nella regione con del nordovest, dicendo di essere “profondamente preoccupato per i rapporti delle organizzazioni della società civile e dei media che includono accuse di lavoro forzato e discriminazione delle minoranze religiose”, tra cui quelle musulmane, a partire dagli uiguri.

Alcuni degli operatori dei centri commerciali hanno affermato che la decisione di chiudere le serrande era stata presa dai proprietari a causa della mancanza di rispetto mostrata da H&M nei confronti della Cina. L’escalation arriva mentre Usa, Gran Bretagna, Ue e Canada hanno denunciato gli abusi dei diritti umani di uiguri e delle altre minoranze musulmane nello Xinjiang, alimentando le tensioni Cina e Occidente. Anche i marchi di altre compagnie statunitensi ed europee, tra cui Nike e Zara, sono finiti sotto pressione sempre per lo Xinjiang.

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