Ā OGNI ANNO 93.000 ITALIANI MORTI A CAUSA DEL FUMO, BEN PIĆ DEL COVID (DATI MINISTERO DELLA SALUTE)
AgenPress. Il rischio che il lockdown abbia ulteriormente avvicinato i giovani ai prodotti da fumo deve stimolare le istituzioni, che da anni rimangono immobili su questo tema: in un Paese che conta ogni anno oltre 93 mila morti lāanno a causa del fumo (piĆ¹ del 25% di questi decessi ĆØ compreso tra i 35 ed i 65 anni di etĆ ) la situazione, giĆ tragica, ĆØ aggravata dalla presenza sul mercato, da qualche anno, di prodotti a base di nicotina presentati dalle aziende che li commercializzano come āmeno nociviā per la salute rispetto alle sigarette tradizionali, e addirittura come āstrumenti che possono aiutare a smettere di fumareā: le sigarette a tabacco riscaldato.
In questo panorama, Ministero della Salute e ISS avrebbero dovuto promuovere studi volti a verificare quali conseguenze Iqos e gli altri prodotti a base di tabacco riscaldato abbiano sulla salute umana. Ed invece, nessun dato scientifico ĆØ stato diffuso, nemmeno nellāambito della Giornata mondiale senza tabacco: in questāoccasione le amministrazioni si sono limitate a rilevare come la presenza sul mercato di nuovi prodotti possa risultare attrattiva per i giovani e come le attuali evidenze scientifiche non consentano di conoscere gli effetti a lungo termine del loro consumo. Intervento questo del tutto insufficiente se non accompagnato da studi scientifici indipendenti sugli effetti per la salute di tali dispositivi, piĆ¹ volte chiesto dal Codacons anche alla Philip Morris, che ha perĆ² rifiutato lāistituzione di una commissione scientifica internazionale in tal senso.
Eppure, come emerge da una inchiesta della trasmissione āReportā, proprio una relazione dellāISS, nel 2018, avanzava piĆ¹ di una critica di metodo sulla qualitĆ degli studi di Philip Morris sulla Iqos e metteva in dubbio la validitĆ di alcuni risultati, sostanzialmente rilevando come nelle Iqos, anche se a livelli inferiori, si trovino le stesse sostanze presenti nelle sigarette, quali nicotina, nitrosammine cancerogene, formaldeide, acroleina e acetaldeide, oltre ad altre sostanze ancora sconosciute, tanto da non potersi affermare che le stesse siano piĆ¹ sicure della sigaretta tradizionale.
Inoltre, ĆØ da sottolineare che la Philip Morris, al pari delle altre multinazionali del tabacco, violano sistematicamente il divieto assoluto di pubblicitĆ per sigarette elettroniche, Iqos e altri prodotti da fumo di nuova generazione, in base alle normative vigenti che si applicano anche a tali prodotti. Lo ha chiarito in modo definitivo il Ministero della Salute, accogliendo un esposto dellāassociazione.
Scrive infatti la Direzione Generale della prevenzione sanitaria:
āAlcuni operatori commerciali hanno avviato campagne di pubblicitĆ sia online che su pannelli informativi nellāerrato assunto che fosse lecito pubblicizzare il solo dispositivo. Appare inoltre errata lāassunzione che i predetti supporti pubblicitari e lāattivitĆ di promozione online costituiscano strumenti diversi da quelli vietati dallāart. 21 del D. Lgs 12 gennaio 2016. Risulta viceversa evidente che alcuni avvisi pubblicitari attualmente affissi su autobus e stazioni metro veicolino un messaggio di promozione del prodotto e del suo utilizzo [ā¦]
Per quanto concerne i nuovi prodotti del tabacco, ovvero le sigarette a tabacco riscaldato, risulta anche in questo caso evidente che lāattivitĆ di promozione commerciale del solo dispositivo, ne promuova indirettamente il consumo [ā¦]
Si segnala che la scrivente Direzione Generale ha avviato una formale richiesta di assenso del vertice politico allāavvio di un percorso legislativo finalizzato allāaggiornamento della normativa che regola il divieto di pubblicitĆ alle sigarette in modo da stabilire, in modo chiaro e unico, lāilliceitĆ di ogni pratica pubblicitariaā.
LāAssociazione torna quindi a chiedere un intervento legislativo, finalizzato a inasprire il divieto di pubblicitĆ alle industrie del tabacco e alle loro iniziative collaterali: ne va, letteralmente, della vita di tanti italiani.