Coronavirus. FMI. Deficit dell’Italia balzerà all’8,3%, debito al 155,5% del Pil

Agenpress – Il Fondo monetario internazionale prevede che quest’anno il deficit di Bilancio dell’Italia balzi all’8,3% del Pil (dall’1,6% del 2019), per poi calare al 3,5% nel 2021. Nel 2020 il debito pubblico salirà al 155,5% del Pil (dal 134,8% del 2019), mentre nel 2021 è previsto al 150,4%.

L’Fmi ha quindi previsto che il Pil europeo scenderà del 6,5% nel 2020 e ogni mese di lockdown peserà per il 3%. “Stimiamo che i settori ritenuti non essenziali in Europa, sottoposti a lockdown per limitare l’epidemia di coronavirus, contino per circa un terzo nelle economie: significa che un solo mese di chiusura implica un calo del 3% del Pil”, ha aggiunto.

Il Fondo monetario  è pronto a sostenere gli sforzi che farà l’Italia per spingere la ripresa dopo la fine dell’emergenza coronavirus. “L’Italia – ha detto il responsabile del dipartimento europeo del Fmi, Poul Thomsen – è tra i Paesi più colpiti e gli effetti sul Pil saranno forti, ma ha saputo dare una risposta forte”. Sulla scelta di ricorrere al Mes, ha sottolineato che si tratta di una decisione che spetta al governo italiano.

“L’impatto sul Pil ora è un più forte in Paesi come l’Italia e la Spagna rispetto ai Paesi del nord in parte perché sono state più colpite ma anche per la loro dipendenza sul turismo. Ma al di là dell’impatto immediato e una volta che ci sarà la ripresa è difficile dire in questo momento chi sarà più colpito”, se i Paesi del sud o quelli del nord.

“Sosteniamo con forza le azioni della Bce. E’ importante che sia un sostegno europeo supplementare agli sforzi nazionali per la lotta al coronavirus”, ha affermato ancora il responsabile del Dipartimento europeo del Fmi, prevedendo un forte aumento dell’indebitamento dei Paesi europei. “Deficit più elevati in Europa sono appropriati”, ha precisato.

Il Fondo monetario internazionale “non ha preso una posizione” sull’ipotesi di creare eurobond o coronabond. Una “questione chiave – ha spiegato Thomsen – è essere certi che tutti i Paesi, inclusi quelli con alti debiti, possano prendere le azioni necessarie senza alzare gli spread. Secondo noi è importante che ci sia una forte risposta europea e per ora ci sembra che ci sia”.

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