Coronavirus in allevamento visoni in Olanda. Lav chiede accertamenti in Italia

Agenpress – Il coronavirus SARS-CoV-2 è protagonista di un nuovo salto di specie: questa volta dall’uomo agli animali, visoni, allevati in Olanda per le pellicce. La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi e confermata dal Ministero dell’Agricoltura olandese in una specifica informativa trasmessa all’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE) come previsto dal Codice di Sanità per gli Animali Terrestri (TAHC), per qualsiasi (caso di) infezione di animali con SARS-CoV-2 (classificata come infezione da “malattia emergente”).

Da quanto documentato dalle Autorità sanitarie olandesi, alcuni operatori di due distinti allevamenti di visoni hanno manifestato sintomi compatibili con la malattia Covid-19, facendo ipotizzare una trasmissione dell’infezione dall’uomo agli animali, tanto che in entrambi gli allevamenti è stato rilevato un significativo incremento della mortalità degli animali e sono stati rinvenuti visoni con difficoltà respiratorie. I visoni sono risultati positivi al SARS-CoV-2.

Abbiamo chiesto al Ministero della Salute e al Comitato tecnico scientifico della Protezione civile, di verificare le condizioni dei visoni in Italia. In Italia, infatti, sono presenti circa 20 allevamenti in cui sono stabulati, con sistema intensivo, quasi 200.000 visoni. Questi allevamenti si trovano proprio nelle regioni maggiormente colpite dalla pandemia di Covid-19: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna.

Il ciclo di allevamento del visone inizia proprio in questo periodo, con le nascite dei cuccioli tra fine aprile ed inizio maggio. Quindi già oggi gli allevamenti registrano la massima capienza, con decine di migliaia di animali stabulati con sistema intensivo.

Il sistema di allevamento dei visoni (e in generale degli animali “da pelliccia” come volpi e cani-procione, noti commercialmente come Murmasky), non rispetta in alcun modo la natura di questi animali e rappresenta un chiaro esempio del distorto rapporto tra uomo e animali. Essendo anche animali selvatici, peraltro, l’allevamento dei visoni dovrebbe essere immediatamente vietato.

Il visone è un animale acquatico, può immergersi sino a 5 metri di profondità e può nuotare sottacqua per circa 30m; è anche un abile corridore sulla terra ferma dove, solitario e non in branco, occupa sino a 4km di territorio. I visoni in allevamento, vivono invece a migliaia (anche 20-30mila animali) dentro un impianto), non hanno alcuna possibilità di nuotare, e l’unico mondo che conoscono è fatto di una gabbia in rete metallica delle dimensioni di 2.550 cmq (circa 36x70cm e alta 45cm).

Per queste ragioni manifestano spesso comportamenti innaturali e per periodi prolungati nel corso della giornata, come il succhiarsi o mordersi la coda, o altre parti del corpo, sino a procurarsi automutilazioni o gravi lesioni. La vita media di un visone libero è di 4-5 anni, mentre la durata della vita zootecnica di questi animali scende a 8-9 mesi (salvo morte ulteriormente prematura per malattie contratte in allevamento).

In Parlamento la proposta di legge LAV (presentata in 3 distinti atti a firma di: C99 On. Brambilla, C177 On. Gagnarli, S211 Sen. De Petris) è bloccata ormai da troppi anni.  È giunto il momento di avviarne l’iter di approvazione per introdurre, anche in Italia, il divieto all’allevamento di visoni e altri animali per la produzione di pellicce.

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