AgenPress. Il Prof. Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, ĆØ intervenuto nel corso della trasmissione āLāimprenditore e gli altriā, condotta dal fondatore dellāUniCusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv.
Sulla quarta dose. āEā difficile fare un discorso generale, oggi non possiamo dire che la quarta dose la devono fare tutti perchĆ© sarebbe una fuga in avanti āha affermato Bassetti-. Ci sono alcune categorie di persone che dovranno farla adesso e sono sostanzialmente le persone piĆ¹ fragili, cioĆØ gli immunodepressi. DopodichĆ©, per quanto riguarda tutto il resto della popolazione, credo che i dati al momento non siano sufficienti per poterci dire di fare una dose cosƬ vicina alla terza, soprattutto in un Paese come il nostro che ha ancora 10 milioni di persone che devono ricevere la terza dose. Fare delle fughe in avanti significa confondere le persone.
Io personalmente credo che lāEma debba esprimere una posizione di approvazione per quanto riguarda la quarta dose, cioĆØ fare quello che ha fatto la FDA: dare unāapprovazione per un farmaco, poi se utilizzarlo o meno non dipende dallāEuropa perchĆ© non possiamo chiedere una posizione unica allāEuropa sulla vaccinazione. Noi abbiamo in Europa Paesi come Italia, Spagna e Portogallo che hanno oltre il 90% di persone vaccinate, ma poi ci sono Paesi come la Bulgaria e la Romania che ne hanno molti di meno.
Dare unāindicazione unica europea dunque non ĆØ possibile su questo, ogni Paese si comporterĆ anche sulla base della propria epidemiologia e di come sono andate le cose fino ad oggi. La campagna vaccinale dunque deve essere gestita dai singoli Stati. Eā importante sottolineare che chi non ha ancora fatto la terza dose deve farla, tutto finirĆ nel momento in cui tutti avranno fatto la terza dose. La quarta dose bisogna chiamarla dose di richiamo, cosƬ come accade per lāinfluenza. Anticipare troppo la quarta dose e fare un richiamo oggi vorrebbe dire metterci nelle condizioni di farne poi una quinta al prossimo invernoā.
Ā Sullāaumento dei casi. āNoi oggi stiamo vedendo un numero di contagi molto significativo, ma quello che deve essere il nostro indicatore non ĆØ quanta gente ha il tampone positivo, ma quanta di quella gente che ha il tempone positivo ha la polmonite. Oggi, grazie alla straordinaria campagna vaccinale che ĆØ stata fatta nel nostro Paese, chi ha il tampone positivo non ha nella stragrande maggioranza dei casi la malattia grave, quindi si cura a casa e non va in ospedale.
Io credo che, dopo una campagna vaccinale come quella che abbiamo fatto, ĆØ evidente che dobbiamo entrare in una fase nuova, che non vuol dire che non dobbiamo piĆ¹ usare questi strumenti, ma vuol dire che questi strumenti non devono piĆ¹ essere declinati con obblighi e decreti. Se una persona si sente sicura ad utilizzare la mascherina, anche quando guida lāautomobile da sola, ĆØ liberissima di farlo, dopodichĆ© non possiamo avere una visione ācineseā per cui continuiamo a dire alla gente che se non si mette la mascherina gli facciamo la multaā.