Covid, Pregliasco: “Non dobbiamo fare sgambetti a chi sta cercando di fare il suo meglio per bloccare i focolai”

AgenPress. Il Prof. Fabrizio Pregliasco, virologo, direttore sanitario ospedale Galeazzi di Milano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla vaccinazione anti-influenzale. “Quest’anno, se succederà ciò che è successo in Australia, cioè una stagione influenzale piuttosto lieve grazie ai provvedimenti del covid, questo ci aiuterà –ha affermato Pregliasco-. La fregatura è che è difficilissimo differenziare dal punto di vista clinico le varie forme. L’influenza, come sempre, ce l’aspettiamo nella sua diffusione da Natale in poi. Ora, con gli sbalzi termici, vedremo soprattutto i virus cugini dell’influenza, che determinano raffreddori, un po’ di febbricola. La vaccinazione anti-influenzale è una cosa importante, a questo punto diventa un vantaggio aggiuntivo per una diagnosi differenziale. Inoltre sembra che vaccinarsi contro l’influenza aumenti anche le difese nei confronti del covid. Carenza vaccini in farmacia? Il SSN ha aumentato del 50% gli acquisti del vaccino rispetto allo scorso anno. La fregatura per le farmacie è che la produzione di vaccini anti-influenzale va pianificata con molto anticipo e questo ha fatto sì che il mercato fosse contingentato. Però ribadisco che in farmacia ci va chi non vuole rivolgersi alla asl e chi non rientra nelle categorie a rischio”.

Sull’aumento dei contagi di coronavirus. “Era un destino segnato e lo sapevamo, perché si è passati da una forma epidemica ad un andamento endemico. La dimensione dei focolai dipenderà da quanto i dipartimenti di prevenzione riusciranno a bloccare questi focolai. E’ chiaro che non possiamo fare degli sgambetti a chi sta cercando di fare questo lavoro al meglio e bisogna continuare ad usare questo nuovo galateo nei contatti interpersonali”.

Sui bambini. “Anche gli anni scorsi, anche per la sola influenza, si sarebbe dovuto avere l’accortezza di tenerli a casa. L’indicazione è sempre quella di mantenere a casa i bimbi perché la diffusione di forme simil-influenzali creerà e sta già creando un disastro. Mi rendo conto che nella pratica può creare problemi ai genitori, ma bisogna fare uno sforzo per evitare peggioramenti nella malattia del bambino, il riguardo verso la comunità di cui si fa parte quest’anno dovrebbe essere più stringente”.

Sugli anti-vaccinisti. “Il problema delle vaccinazioni sta proprio alla base del sistema. Se uno ha un mal di testa feroce è disponibile a prendere un farmaco anti dolorifico. Quando si ha l’emergenza della malattia si è disposti a correre il rischio. Le vaccinazioni invece sono un’azione che si fa preventivamente, non si saprà mai se ci è servita, però si amplificano gli effetti collaterali e spesso non si ha la percezione della gravità della malattia. Il singolo quindi dice: preferisco rischiare una malattia improbabile rispetto agli eventi avversi di una somministrazione del vaccino”.

Sul calcio. “C’è la necessità di maggiori precisazioni, rispetto ai protocolli. Oggi c’è una recrudescenza in corso dell’epidemia, andare a cercarsi guai è un qualcosa che va oltre l’opportunità. Dire che è possibile una quarantena soft dei calciatori, perché c’è un interesse superiore, non mi sembra adeguato. Un conto è la quarantena soft per un chirurgo che deve operare e che è difficilmente sostituibile, altro conto è farla per i calciatori”.

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