Covid, Turi (segr. Uil Scuola): “Grida di dolore dal personale scolastico che sta affrontando il virus a mani nude”

AgenPress. Pino Turi, segretario della Uil Scuola, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla situazione della scuola. “Mi arrivano continuamente grida di dolore provenienti dal personale delle scuole –ha affermato Turi-. Se le scuole stanno andando avanti è grazie alla volontà del personale che ci stanno mettendo anima e cuore, affrontando il virus a mani nude, ma contro il virus questo non basta, ci volevano interventi che non sono mai stati fatti.

Ovviamente il ministro fa il suo mestiere, ma quando si dicono cose che non hanno riscontro nella realtà si inizia a perdere credibilità. Sto chiedendo al ministro i dati e non li abbiamo. Si continuano a raccontare cose, ma non si tirano fuori i dati. Si va avanti alla carlona. La partitocrazia in questo Paese è diventata di un livello così basso che non riesce più a decidere nulla e i governi sono in balia della partitocrazia. Sulla scuola si è deciso di non decidere. Servivano investimenti per i presidi sanitari nelle scuole, gli antichi non erano stupidi quando avevano previsto un medico a scuola.

La scuola è uno spaccato della società, lì ci voleva un osservatore e invece si è pensato di risparmiare facendo fare il tracciamento a un bidello o a un preside. Che fine hanno fatto i soldi del piano digitale nazionale che erano riservati al potenziamento della dad? La dad l’hanno fatta i docenti con i loro strumenti. Noi di soldi non ne abbiamo visti. Si raccontano delle bugie pensando che dicendole 3 volte al giorno diventino realtà. La cruda realtà però è diversa, non lo dico io, lo hanno scritto tanti giornali.

Sul precariato c’era bisogno che arrivasse il covid? Noi ci stiamo sgolando. Mentre chiudevano gli ospedali e tagliavano sulla scuola, noi eravamo in piazza a difenderli, ora il covid ha messo in evidenza l’inefficienza di uno Stato che guarda soltanto gli aspetti finanziari immediati e non ha una visione a lungo termine”.

 

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