Def. Bankitalia, rapporto debito-PIL scende nel prossimo triennio, portandosi 151,5%

AgenPress Nei programmi del Governo, il rapporto tra il debito e il PIL scende
nel prossimo triennio, portandosi alla fine del periodo al 151,5 per cento; la riduzione
rispetto al 2020 è di 6,5 punti, di cui 2,4 nel 2021. Alla diminuzione dell’incidenza del
debito sul prodotto contribuisce l’aumento del PIL nominale al denominatore, che più che
compensa gli effetti di segno opposto del disavanzo e di altri fattori (che hanno impatto
sul debito ma non sul disavanzo).

Così Banca d’Italia nell’audizione sulla nota di aggiornamento al Def (Nadef) davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Il differenziale tra l’onere medio del debito e il tasso di crescita del PIL nominale diventa negativo (in media a -3 per cento nel triennio di programmazione), dopo essere stato positivo negli ultimi due decenni. Lo scenario di riduzione del debito è esposto agli stessi rischi che circondano le prospettive di crescita.

Alla fine del triennio il rapporto tra il debito e il PIL nel quadro programmatico sarebbe inferiore di 2,6 punti percentuali rispetto al tendenziale; gli effetti della crescita del prodotto più sostenuta (5,2 per cento in media all’anno a fronte di 4,3 nello scenario tendenziale) sarebbero più rilevanti di quelli del maggiore indebitamento netto.

L’evoluzione del debito nel prossimo triennio potrebbe risentire anche, come ricordato in precedenti occasioni, dell’escussione delle garanzie pubbliche concesse per favorire l’accesso al credito. In base ai dati diffusi lo scorso 7 ottobre dalla Banca d’Italia e dalla Task force per le misure a sostegno della liquidità, si può stimare che le nuove
garanzie pubbliche effettivamente concesse da marzo ammontino complessivamente a poco meno di 90 miliardi.

Data la gravità della crisi e l’incertezza sui tempi e sulla rapidità della ripresa dell’attività economica, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie sarà verosimilmente più elevata che in condizioni normali.

Nel biennio 2012-13 i tassi di insolvenza si avvicinarono al 10 per cento. Negli ultimi venti anni l’onere medio del debito e la crescita nominale del prodotto sono stati pari, rispettivamente, al 4,1 e al 2,1 per cento in media. Il differenziale positivo tra le due variabili ha contribuito ad aumentare il rapporto tra il debito e il PIL di oltre 2 punti percentuali in media ogni anno; l’incremento è stato solo parzialmente
compensato dal saldo primario risultato quasi sempre in avanzo (1,6 per cento in media).

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