Definì Xi Jinping “un clown assetato di potere”. Magnate condannato a 18 anni di carcere

AgenPress – Ren Zhiqiang, il magnate di Pechino critico nei confronti del presidente cinese Xi Jinping, è stato condannato a 18 anni di carcere e a una multa di 4,2 milioni di yuan (circa 526mila euro) con accuse di corruzione e abuso di potere.

Lo riferisce il tabloid Global Times, secondo cui il magnate di Pechino ha accettato il verdetto pronunciato dalla Corte Intermedia del Popolo numero 2 di Pechino, e ha deciso di non ricorrere in appello. Ex dirigente del Partito Comunista cinese, Ren era considerato molto vicino all’elite del partito, soprattutto al vicepresidente Wang Qishan. A luglio era stato espulso dal partito dopo essere stato accusato di “collusione con i suoi figli per accumulare ricchezze”.

Ren, che da marzo risulta irreperibile, in un saggio aveva contestato il presidente cinese Xi senza mai nominarlo direttamente, ma parlando di un “clown” assetato di potere e “determinato a fare l’imperatore”. “La realtà messa alla luce da questa epidemia è che il partito difende i suoi interessi, i funzionari di governo i loro e il monarca difende solo lo status e gli interessi del gruppo di potere”, aveva sottolineato Ren che già nel 2006 era stato indagato e sanzionato per le sue critiche alle politiche del governo. In precedenza, Ren aveva anche criticato il Partito Comunista in alcuni post sui social media.

Figlio di un rivoluzionario della prima ora che contribuì alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, Ren Zhiqiang è stato fino al 2014 a capo del gruppo immobiliare statale Huayuan Properties ed era già noto per gli attacchi all’establishment: nel 2016 criticò la visita del presidente cinese ai media statali, durante la quale Xi ha chiesto un maggiore allineamento dei giornalisti alle linee del Pcc, e il suo account Weibo, la popolare piattaforma social cinese, era stato bloccato.

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