Denise. Testimone anonimo: “sono 17 anni che so….”. Ex Pm: quel giorno auto in fuga e incidente

AgenPress – “Sono 17 anni che so, non ho parlato prima per paura…”. A scrivere queste parole, facendo riferimento alla vicenda di Denise Pipitone, è un anonimo che dopo aver inviato una lettera a Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio, ha scritto anche alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” che mai ha smesso di occuparsi della vicenda della piccola Denise. La bambina è scomparsa nel 2004, all’età di 4 anni, da Mazara del Vallo (Trapani). A quanto si apprende l’anonimo, che nella lettera parla delle fasi successive al sequestro di Denise e fa riferimento anche ad alcuni testimoni oculari, dice di essere “sicurissimo al cento per cento di quello che ho visto”.

Una settimana fa il legale della famiglia, Giacomo Frazzitta, aveva rivelato di avere ricevuto una lettera anonima al suo studio contenente “elementi nuovi che abbiamo in parte riscontrato”.  “Ti attendiamo, nella massima riservatezza, abbiamo bisogno di fare un passo avanti, vieni fuori in qualche modo, ma aiutaci ancora”.

Un appello ribadito in modo accorato anche dalla mamma di Denise, Piera Maggio: “Le chiedo di farsi sentire, nei modi che lei ritenga opportuno, faccia in modo di mettere fine a tutto questo dolore. Non solo noi, è l’Italia intera che glielo chiede”.

Di Denise Pipitone ha parlato di recente la dottoressa Maria Angioni, che in passato si è occupata della scomparsa della bambina di Mazara del Vallo. “Secondo la mia ipotesi più persone hanno collaborato al sequestro e ci sono stati più passaggi di mano della bambina”, così intervenendo a “Mattino Cinque”.

L’ex PM ha parlato della misteriosa auto che quel giorno, viaggiando ad alta velocità, finì contro un paracarro di pietra e poi svanì nel nulla. “Questa macchina che scappa e l’incidente che ha avuto – ha sottolineato il magistrato che condusse le prime indagini – è molto importante. A lungo ho ritenuto fosse la macchina con cui è stata portata via la bambina. Ricordo che oltre al meccanico, c’era anche una coppia. E ricordo che questa coppia aveva indicato un orario in cui aveva visto la macchina. Queste due persone erano state avvicinate da un componente della ‘famiglia allargata’ della bambina, dopodiché avevano cambiato un po’ l’orario. Per questo motivo li avevo ascoltati più volte”.

“Nel complesso dalle dichiarazioni di questi testimoni, e dalla dichiarazione del meccanico, era emerso che l’autovettura, correndo alla disperata, era andata a sbattere contro un paracarro di pietra. I testimoni avevano riferito anche la direzione, compatibile con una fuga dal luogo dove la bambina era scomparsa”.

 

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