E’ al sicuro in Italia Sharbat Gula, la bimba afgana della foto di Steve McCurry. Oggi ha 49 anni

AgenPress –  “È giunta a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula” la bimba della foto del 1985 di Steve Mc Curry in copertina del National Geographic Magazine, che “acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando”.

Lo rende noto Palazzo Chigi sottolineando che la presidenza del consiglio “ne ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione.”

L’azione italiana, ricorda Palazzo Chigi, risponde “alle sollecitazioni di quanti nella società civile e in particolare fra le organizzazioni no profit attive in Afghanistan hanno raccolto, dopo gli eventi dello scorso agosto, l’appello di Sharbat Gula a essere aiutata a lasciare il proprio Paese”.

Sharbat Gula aveva 12 anni quando McCurry la fotografò nel campo profughi di Peshawar, nel  dicembre 1984, in una tenda usata come scuola. McCurry raccontò così quell’esperienza: “Quando ho cominciato a fotografare Gula, non ho sentito e visto nient’altro”. Quella ragazzina, orfana dall’età di sei anni – i genitori erano stati uccisi durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan -, non era mai stata fotografata prima nella sua vita. Ancora McCurry: “Dopo qualche minuto si alzò e si allontanò, ma per un istante tutto era stato perfetto. La luce, lo sfondo, l’espressione dei suoi occhi”. Dirà anche: “Ho saputo all’istante che questa era veramente l’unica foto che volevo scattare”.

Nel 1992 riuscì a trasferirsi in Pakistan con le sue tre figlie, per poi essere arrestata perché, secondo le accuse, per stabilirsi nel Paese aveva usato dei documenti falsi.

All’inizio del 2002 McCurry e il National Geographic si misero alla ricerca della ragazzina di allora, che ancora non aveva un nome. La trovarono dopo mesi di ricerche. Il nuovo scatto di Sharbat venne chiamato ‘Ritrovata’ e fu pubblicato sul numero della rivista di aprile. Il volto è segnato dal tempo ma gli occhi sono gli stessi, catturano lo sguardo e non lo lasciano più. Sharbat, nota anche come la ‘Monna Lisa afgana’, ha sempre dichiarato: “L’Afghanistan è solo il mio luogo di nascita, ma il Pakistan era la mia patria e l’ho sempre considerato il mio paese”. Ha avuto cinque figli, uno è morto di epatite come il marito. 

Nel 2016 viene arrestata con l’accusa di aver falsificato i documenti per vivere in Pakistan, pratica comune per gli afghani che vivono nel Paese senza uno status legale. Viene espulsa e rimandata in patria, dove il governo si impegna a darle una casa e mezzi di sostentamento.  Dopo il ritorno dei talebani al potere, chiede di essere aiutata a lasciare il Paese e l’Italia si attiva, organizzandone il trasferimento.

Oggi Sharbat Gula ha 49 anni. E’ molto diversa da quando McCurry la ritrasse in un campo profughi della città pachistana di Peshawar. I suoi magnetici “occhi di ghiaccio” di un incredibile intensità e colore verde sono ancora gli stessi.

 

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