Forza Nuova. Restano in carcere Castellino e Fiore e altri 4. “Alla sede Cgil volevamo fare un sit in”

AgenPress – Restano in carcere i sei arrestati autori del blitz nella sede della Cgil e protagonisti degli scontri sabato a Roma. Lo ha deciso il gip della Capitale, dopo l’udienza di convalida, ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per Giuliano Castellino, Roberto Fiore, entrambi di Forza Nuova, l’ex Nar, Luigi Aronica, Pamela Tesa, Biagio Passaro di IoApro e Salvatore Lubrano.

“La persistenza nel proposito criminoso, l‘uso della violenza e il grave pericolo all’ordine pubblico appaiono sintomatici di una personalità prepotente, aggressiva, incapace di controllare gli impulsi violenti e soprattutto priva di qualsivoglia remora”, ha descritto il gip le condotte di Giuliano Castellino.

“I comportamenti e gli atteggiamenti provocatori assunti sia nel web” da Castellino “sia nelle varie manifestazioni di piazza, spesso da lui organizzate -scrive il gip -, come nelle recenti vicende che lo hanno visto presente attivamente in diverse iniziative dai risvolti anche violenti e provocatori, evidenziano il suo assoluto disinteresse per la legalità e la totale incapacità di adeguarsi alle regole e a rispettare le leggi”.

Per il giudice “l’indifferenza ai risvolti giudiziari delle condotte assunte e l’incontenibile tendenza a violare le regole e, cosa ancora più grave, ad istigare altri a non osservarle, nonché la connotazione spesso violenta e minacciosa delle sue condotte, impone il ricorso al presidio cautelare del massimo rigore”.

“Eravamo in piazza per protestare contro il Green pass ma non come militanti di Forza Nuova perché il movimento non opera più”, hanno affermato Giuliano Castellino e Roberto Fiore nel corso degli interrogatori di convalida dell’arresto.

“Il nostro intento davanti alla sede della Cgil era quello di fare un sit in ma alcuni facinorosi sono sfuggiti al controllo e hanno preso il sopravvento. L’ex Nar Luigi Aronica e Giuliano Castellino hanno sostenuto di non essere mai entrati nella sede del sindacato mentre Roberto Fiore ha precisato di esserci entrato in un secondo momento, quando all’interno c’erano già gli agenti di polizia.

Nel corso dell’atto istruttorio, durante il quale tutti gli indagati hanno risposto alle domande del magistrato, gli indagati hanno sostanzialmente respinto le accuse affermando di “avere operato affinché le cose fossero contenute e ordinate, per agevolare il lavoro delle forze dell’ordine con cui abbiamo trattato”.

 

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