Gioco online: gli italiani spendono quasi il 2% del reddito

Nonostante la crisi, in Italia c’è un settore che continua a mostrare numeri in crescita. Stiamo parlando delle scommesse e del gioco online, un comparto che ha conosciuto una grandissima diffusione negli ultimi anni, decisamente in controtendenza con la situazione economica del Paese.

La rivoluzione grazie alla legalizzazione del gioco online

Se una volta erano presenti solo il Totocalcio, il Lotto, il SuperEnalotto o il “Gratta e Vinci”, a partire dal 2011 si avvia una vera e propria rivoluzione nel settore, grazie alla legalizzazione del gioco online. Le piattaforme che permettono di scommettere attraverso una connessione Internet sono finalmente legali anche in Italia e – aspetto da non sottovalutare – devono rispettare una serie di requisiti per ottenere la licenza ed operare nel rispetto della legge.

Per gli italiani cambia completamente il modo di concepire il gioco e di usufruirne: per scommettere non è più necessario andare nei casinò fisici (che in Italia, lo ricordiamo, sono solo quattro), ma basta connettersi ad una piattaforma digitale da un computer per iniziare a giocare da qualsiasi luogo e senza limiti di orario.

Da allora aumentano sempre di più i siti di scommesse, i casinò online e successivamente anche le slot machine, diventate anch’esse legali. Per il giocatore le possibilità di gioco sono praticamente infinite e per questo iniziano a diffondersi siti che cercano di orientare l’utente tra le sempre maggiori proposte, non sempre tutte chiare e sicure. Si inquadra proprio in questo ambito la crescita esponenziale, sul web in lingua italiana, di aggregatori come gambling.com (sorta di Wikipedia del gioco d’azzardo), piattaforme che tramite recensioni, news e guide varie vengono incontro alle crescenti esigenze di trasparenza e sicurezza degli internauti amanti del tavolo verde.

La posizione del governo e il decreto dignità

I numeri del gambling in Italia sono in costante crescita, ma parallelamente allo sviluppo del settore inizia ad aumentare la consapevolezza sui rischi connessi con il gioco. Quando il giocatore perde la dimensione ludica e sviluppa una dipendenza, si parla di una vera e propria patologia psicologica, che prende il nome di ludopatia.

Nel corso degli anni il governo cerca di dare una risposta concreta a questo fenomeno con campagne di sensibilizzazione, finalizzate ad informare i giocatori sui problemi connessi con il gioco patologico. Ma a partire dal 2018, vengono varate delle misure più drastiche.

Con il cosiddetto “Decreto Dignità”, infatti, il Governo Conte su iniziativa del vice-presidente del Consiglio Luigi Di Maio (il Decreto prenderà infatti il suo nome) introduce il divieto di fare pubblicità, sia diretta che indiretta, per tutte le aziende che operano nel settore del gioco. Sono dunque vietate le pubblicità non solo in televisione o sui giornali, ma anche durante eventi sportivi e su Internet. Inoltre, dal 1° gennaio 2019 diventano vietate anche le sponsorizzazioni e tutte le forme di comunicazione con contenuto promozionale. L’unica eccezione ammessa è rappresentata dalle “lotterie differite nazionali”, ovvero i giochi a estrazione che non consentono una vincita immediata.

Scommesse online: quanto sono diffuse in Italia?

Che il gioco nel Bel Paese sia un fenomeno diffuso lo attestano i numeri. Nel 2018, ad esempio, il volume di denaro giocato è aumentato del 5% ed ha raggiunto i 106,8 miliardi di euro. Il volume delle giocate online ha raggiunto i 31,4 miliardi di euro. Questi dati sono contenuti nel documento “Libro Blu per il 2018” pubblicato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ad agosto 2019.

Parallelamente a questi numeri, l’Istituto Superiore di Sanità ha indicato in circa 1,5 milioni il numero di italiani a rischio ludopatia, un dato allineato con quello degli altri grandi Paesi europei.

Quanto spendono gli italiani?

Fonte Pixabay

Da uno studio realizzato dall’agenzia di stampa Agimeg è invece emerso che gli italiani spendono in media l’1,86% del proprio reddito nel gioco, il che equivale a circa un euro al giorno. L’impatto delle scommesse sportive sul reddito medio è invece dello 0,1% con una spesa annua di 17 euro pro capite.

Dove si scommette di più

Quali sono le regioni italiane in cui il gioco è maggiormente diffuso? Considerando la raccolta derivata dal gioco, le regioni dove si scommette di più sono la Lombardia, il Lazio e la Campania. In particolare, la prima regione ha totalizzato nel 2018 ben 14.645 miliardi, la seconda 7.818, mentre la terza 7.690 miliardi di euro. Seguono l’Emilia Romagna con 6.250 miliardi, il Veneto con 6.227, la Toscana con 4.961, il Piemonte con 4.630 miliardi e via via le altre regioni.

L’impatto del gioco sull’economia nazionale

Il gioco regolamentato, se praticato nelle modalità adeguate e sane, può essere anche un motore economico importante per il Paese. Gli indicatori economici rilevano che il settore del gioco abbia un impatto importante sul PIL nazionale, come testimoniato da un rapporto presentato dall’associazione di categoria ACADI. Nel 2018 il valore aggiunto generato dal settore per l’economia italiana è stato di ben 14 miliardi di euro, a cui corrispondono incassi per lo stato sotto forma di imposta per 10 miliardi di euro. L’indotto ha generato ulteriori due miliardi di euro, mentre gli occupati nel settore ammontano a circa 78.000 persone. Se si allarga lo sguardo agli ultimi vent’anni, i numeri sono ancora più impressionanti: la spesa totale in Italia è stata di ben 275 miliardi di euro, lo stato ha incassato 158 miliardi, mentre gli operatori del settore hanno visto ricavi per 117 miliardi di euro.

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