Giustizia in affanno, Fiammetta Modena (FI): “Qualcosa si muove ma è sacrosanta la protesta degli avvocati”

AgenPress. “Il testo ufficiale del decreto Ristori approvato dal Consiglio dei Ministri ci suggerisce molta prudenza – lo afferma Fiammetta Modena,senatrice di Forza Italia e membro della commissione giustizia – molte esperienze passate ci portano a non fidarci pienamente delle promesse del premier Conte.

Tuttavia, qualche considerazione possiamo farla. Giudico positiva la digitalizzazione nel processo penale, frutto del documento sottoscritto dalla Unione delle Camere Penali e dalle procure più importanti d’Italia, le Procure della Repubblica di Roma, Napoli, Milano, Torino, Palermo, Firenze, Reggio Calabria, Catanzaro, Perugia, Salerno.

Obiettivo prioritario era la informatizzazione della fase delle indagini e dell’accesso agli atti e agli uffici giudiziari da parte dei difensori. La parte attuativa ovviamente andrà seguita passo dopo passo. Ma non tutto è rose e fiori. Rimangono aperti molti punti: i giudici di pace ad esempio non hanno alcuna disposizione per la informatizzazione, così come l’Unep e in generale l’attività degli ufficiali giudiziari.

Il civile e le cancellerie devono essere supportate soprattutto per le problematiche dello Smart Working, e infine la Commissione giustizia in Senato ha sollevato il tema del legittimo impedimento per gli avvocati malati di Covid e per i Giudici onorari che si ammalano di Covid.

Insomma, qualcosa sembra muoversi, ma il resto annaspa ancora nel grande guado della indifferenza generale.

A volte sembra di vivere in un Paese senza Governo – aggiunge l’esponente forzista – ma la cosa ancora più grave senza un ministro della giustizia che sia punto di riferimento del nostro mondo e quando dico “nostro” intendo dire il mondo del diritto e di tutto ciò che riguarda gli avvocati, ordine di cui mi onoro di far parte. In quanto invece alla protesta degli avvocati, sollevata formalmente dal Consiglio nazionale Forense manifesto loro tutta la mia comprensione e solidarietà.

Ha ragione il CNF quando rivendica che giudici e avvocati non rinuncino a utilizzare le forme alternative della celebrazione da remoto o in forma scritta le quali, se concordate o comunque rimesse a valutazioni condivise e se disposte nel rispetto dei presupposti oggettivi e soggettivi prescritti per legge, appaiono sicuramente idonee allo scopo di evitare situazioni di rischio per la salute e, più in generale, ad alleggerire i tempi di processi spesso troppo lunghi e farraginosi.

Naturalmente – conclude la senatrice Modena – è opportuno che le disposizioni normative in materia di lavoro agile tengano presente l’assoluta necessità che, l’accesso agli uffici giudiziari sia garantito nella misura più ampia e costante possibile, e che le disposizioni organizzative rimesse ai singoli capi degli uffici giudiziari assicurino una disciplina il più possibile uniforme sul territorio nazionale, che non giustifica regimi differenziati soprattutto se lesivi dei principi indefettibili del giusto processo.

Questa volta gli avvocati italiani hanno ragione da vendere.

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