I pescatori sono tornati a casa. “Ci hanno trattati malissimo. Parlavano di scambi prigionieri”

AgenPress – I pescherecci Medinea e Antartide, con a bordo i 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati dopo 108 giorni di prigionia sono entrati nel porto di Mazara del Vallo.

Partiti da Bengasi, le due imbarcazioni hanno navigato per poco meno di 60 ore. I marinai si sono sottoposti a un tampone rapido nei gazebo allestiti al porto. Tutti negativi, hanno potuto riabbracciare i familiari e rientrare a casa.

“Siamo stati trattati malissimo, ma sono felice di essere qui”, ha detto Pietro Marrone, comandante del peschereccio Medinea, che uscendo in auto dal porto di Mazara del Vallo ha scambiato due battute coi giornalisti. Un altro dei componenti l’equipaggio, un tunisino, dal finestrino ha detto che “siamo stati per settimane a piedi nudi. Ci hanno trattato molto male”.

“Ci gridavano, ci spingevano contro i muri. Dicevano parole incomprensibili, in arabo. Quello che capivamo era ‘Italia-Libia’, ripetuto ossessivamente”, come se la questione del sequestro dipendesse solltanto da accordi tra i due paesi “e noi ci sentivamo tagliati fuori”, ha aggiunto uscendo dalla caserma dei carabinieri di Mazara del Vallo, dove è stato interrogato dagli uomini del Ros per circa tre ore. “Ci umiliavano, ci mettevano paura. Ci sembrava che tutto fosse finito”.

Il comandante parla poi del suo ritorno e della tenacia della madre, Rosetta Ingargiola, 74 anni: “Contavo su di lei, so quanto è battagliera. Ha perso il marito, un figlio. Le resto solo io. Oggi abbiamo festeggiato mangiando finalmente alla mazarese: niente cous-cous, ma pasta”. Marrone dice “grazie al governo italiano” e chiede “un impegno del Paese sulla questione delle acque territoriali libiche”.

“Ho sentito dai nostri carcerieri dell’ipotesi di scambio di prigionieri tra noi e dei libici in prigione in Italia. Ne hanno cominciato a parlare un mese dopo il sequestro e questo mi ha messo paura: sospettavo che i nostri carcerieri potessero essere dei terroristi”, ha  detto invece Giri Indra Gunawan, indonesiano di 43 anni.

 

 

 

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