I piani vaccinali regionali sono costretti ad adeguarsi al ritmo delle forniture

AgenPress. I piani vaccinali regionali sono costretti ad adeguarsi al ritmo delle forniture che ancora ritardano rispetto alle previsioni.
Il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, spiega il piano vaccinale regionale: “se i vaccini saranno disponibili, potremo triplicare o quadruplicare il numero di vaccinati, che per noi era gia’ pari a oltre 10.000 persone al giorno, da marzo in poi”.
“Scrivero’ una lettera a tutti gli ultra 80enni, – annuncia Bonaccini – che sono oltre 300.000, a proposito di età media, per dire loro come si deve fare, chi verra’ chiamato direttamente. Abbiamo la necessità di mettere al riparo quelli che piu’ di altri rischiano persino la vita, e sono già fin troppi, e quelli che rischiano di entrare in terapia intensiva o nei reparti Covid dei ricoveri gravi”.
Il  piano vaccinale per Bonaccini “deve tenere conto di quelli che sono piu’ a rischio di ricovero o peggio, quindi in primis gli ultra 80enni e poi gli ultra 70enni e 60enni”, dopo il personale sanitario.
Il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni si sofferma anche sui ritardi nelle forniture da parte delle aziende farmaceutiche e quindi non per colpe regionali: “È appena partito il piano vaccinale piu’ straordinario di sempre ed e’ partito con tanta fiducia, ma sta gia’ risentendo di alcuni rallentamenti. Sono dovuti non alla nostra organizzazione, che si e’ dimostrata tra le piu’ efficienti, visto che siamo la regione con il piu’ alto numero di vaccinati sulla popolazione reale e che qui nessuno ha fatto file o è stato al freddo o all’acqua” per vaccinarsi.
“Ai primi di febbraio – annuncia il presidente della regione Veneto, Luca Zaia – chiuderemo il primo giro di popolazione target, operatori sanitari e Rsa, dei vaccini, da metà febbraio poi si inizia con gli over 80 a partire dalla classe ’41 (350mila persone), fatti quelli si va a scalare per età scendendo ai 70enni”.
“La situazione e’ analoga a quella di altre regioni. – dichiara il presidente della regione Basilicata, Vito Bardi – In un primo momento ci hanno garantito vaccini per una certa rilevanza numerica per il personale medico e anziani. Poi dalla Pfizer abbiamo avuto defezioni, cosi’ anche noi abbiamo dovuto fermare i nuovi vaccini. Grazie al fatto di aver mantenuto una riserva del 30 per cento, riusciremo a terminare il richiamo a tutti entro la meta’ del mese di febbraio”.
Infine la regione Puglia ha deciso di avviare la fase di organizzazione della somministrazione del vaccino antiCovid anche da parte dei farmacisti.
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