Ilva. Gup Milano: dalla famiglia Riva investimenti in materia di ambiente e non depauperamento

Agenpress – Nella gestione dell’Ilva di Taranto da parte della famiglia Riva, tra il ’95 e il 2012, la società ha investito “in materia di ambiente” per “oltre un miliardo di euro” e “oltre tre miliardi di euro per l’ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti” e non c’è stato il “contestato depauperamento generale della struttura”.

Lo scrive il gup Lidia Castellucci nelle motivazioni della sentenza con cui, a luglio, ha assolto Fabio Riva, assistito dagli avvocati Salvatore Scuto e Gian Paolo Del Sasso, dall’accusa di bancarotta.

Il gup, inoltre, spiega che non è “giustificata” “l’affermazione dei commissari” dell’ex Ilva, contenuta in una relazione, secondo la quale “la mancanza di interventi da parte della famiglia Riva nel corso del ventennio di propria gestione determinava una perdita di valore degli impianti dello stabilimento di Taranto e, più in generale, del patrimonio aziendale”. Tra le accuse di bancarotta, infatti, la Procura milanese contestava ai Riva di aver omesso di adottare le necessarie misure per la tutela ambientale, di aver, quindi, risparmiato su costi e investimenti e di aver così “depauperato” la “struttura produttiva non adeguandola alla normativa vigente”. Del tutto opposta la lettura del giudice milanese, secondo cui “l’unico depauperamento che può essere astrattamente ipotizzato è quello relativo al mancato rispetto della normativa europea prescritta con l’Aia riesaminata”, normativa che però dava agli Stati membri “un considerevole e necessario tempo di adeguamento alle nuove e gravose prescrizioni”.

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