Inchiesta Le Iene su Conte: avrebbe mentito sul Concorso da professore ordinario a Caserta

Agenpress – Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, nel servizio in onda a Le Iene martedì sera dalle 21.15, mostrano una serie di documenti inediti e clamorosi, secondo i quali Giuseppe Conte nella vicenda del concorso all’università e del suo rapporto professionale col maestro e mentore Guido Alpa, non avrebbe detto tutta la verità

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha mentito agli italiani sul concorso con il quale nel 2002 è diventato professore ordinario di diritto privato all’Università di Caserta “Luigi Vanvitelli”.

Il professor Guido Alpa, già mentore e amico di Giuseppe Conte, era incompatibile nel ruolo di commissario d’esame di Giuseppe Conte?

Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, nel servizio in onda martedì a Le Iene su Italia1, tornano sulla vicenda del concorso universitario sostenuto da Giuseppe Conte a Caserta, nel quale uno dei commissari era proprio il professore Guido Alpa.

Lo fanno mostrandovi in esclusiva una serie di documenti clamorosi che smentiscono tutte le versioni date sinora dal premier su questa storia.

Nelle precedenti puntate della loro inchiesta, Antonino Monteleone e Marco Occhipinti si erano chiesti se si fosse trattato di un concorso universitario regolare, dato che un’eventuale comunanza di interessi economici tra commissario d’esame e candidato avrebbe fatto scattare l’incompatibilità di Alpa come esaminatore di Conte. Il premier ha mentito, quando ha parlato dei suoi rapporti di lavoro con Alpa? Se i documenti di cui Le Iene sono entrati in possesso fossero autentici, si può sostenere che la sua nomina a professore ordinario di diritto privato sarebbe avvenuta irregolarmente?

Dei rapporti con Alpa aveva già parlato lo stesso Conte nel suo curriculum vitae: “Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, diritto societario e fallimentare”.

Per stessa ammissione di Conte si sarebbe trattato di uno studio a Roma, a via Cairoli, dislocato su due piani, in cui il giovane Conte occupava il piano superiore, ma aveva in realtà un unico numero di telefono e una stessa segretaria, pagata da entrambi.

Giuseppe Conte, in una lettera al quotidiano La Repubblica dell’8 ottobre 2018, si era giustificato spiegando che all’epoca Conte e Alpa erano “coinquilini”, trattandosi di una semplice condivisione della segreteria e del numero telefonico, ma con distinte attività professionali e in spazi diversi, Alpa al primo piano e Conte al secondo, per cui ognuno avrebbe pagato il suo affitto separatamente. Nulla di più.

Vi abbiamo poi raccontato della causa del 2002, nella quale Guido Alpa e Giuseppe Conte hanno entrambi difeso l’Autorità garante della privacy. Una causa per la quale, aveva tenuto a precisare Giuseppe Conte, per stroncare i dubbi su una eventuale comunanza di interessi economici tra i due, ognuno aveva fatturato per conto suo.

Le Iene hanno fatto ben due diverse richieste di accesso agli atti per verificare che quanto dichiarato dal premier fosse vero, ma l’Autorità per la Privacy le ha sempre respinte. E avevano anche chiesto a Conte di mostrare, all’insegna della massima trasparenza, almeno la sua fattura relativa a quell’incarico presso il Garante della Privacy, relativamente al primo grado.

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