Iraq. Papa Francesco, il nome di Dio non può giusitificare omicidi, terrorismo, oppressione

AgenPress – Papa Francesco è atterrato all’aeroporto Internazionale di Baghdad, prima tappa del suo viaggio in Iraq.  Al suo arrivo, è stato accolto dal Primo Ministro della Repubblica d’Iraq, Mustafa Abdellatif Mshatat, conosciuto come AlKadhimi, per un breve incontro privato nella Sala Vip dell’aeroporto

Baghdad è blindata, le strade sono costellate da militari e polizia, anche con mezzi blindati. Sorvolano il cielo alcuni elicotteri militari. Subito fuori dall’aeroporto si sono comunque viste piccole folle di persone con bandierine irachene e vaticane e cartelli di ‘benvenuto’ per Papa Francesco. Il resto della cittĂ  invece è praticamente vuoto, quasi tutti i negozi sono chiusi e non ci sono persone nelle strade. L’Iraq in questi giorni è in lockdown a causa della pandemia.

Il Papa si è spostato dall’aeroporto di Baghdad al Palazzo presidenziale con un’auto blindata, “una Bmw 750, un’auto di sicurezza speciale a prova anti-proiettile”.

E subito l’appello del Papa  al governo, al corpo diplomatico e alle autoritĂ  civili. “Tacciano le armi! Se ne limiti la diffusione, qui e ovunque! Cessino gli interessi di parte, quegli interessi esterni che si disinteressano della popolazione locale. Si dia voce ai costruttori, agli artigiani della pace! Ai piccoli, ai poveri, alla gente semplice, che vuole vivere, lavorare, pregare in pace. Basta violenze, estremismi, fazioni, intolleranze!”.

“Il nome di Dio non può essere usato per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione”, ha detto ancora ricordando che “la religione, per sua natura, dev’essere al servizio della pace e della fratellanza”. “Al contrario Dio, che ha creato gli esseri umani uguali nella dignità e nei diritti, ci chiama a diffondere amore, benevolenza, concordia”, ha puntualizzato Francesco.

“Anche in Iraq – ha assicurato – la Chiesa Cattolica desidera essere amica di tutti e, attraverso il dialogo, collaborare in modo costruttivo con le altre religioni, per la causa della pace. “. “L’antichissima presenza dei cristiani in questa terra e il loro contributo alla vita del Paese costituiscono una ricca eredità, che vuole poter continuare al servizio di tutti!”, ha garantito il Papa: “La loro partecipazione alla vita pubblica, da cittadini che godano pienamente di diritti, libertà e responsabilità, testimonierà che un sano pluralismo religioso, etnico e culturale può contribuire alla prosperità e all’armonia del Paese”.

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