Lavoro. Istat. Penalizzate le donne, pesa il ruolo ricoperto in famiglia. Male anche i giovani

Agenpress – In Italia “ancora solo il 56,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro e il tasso di occupazione non supera il 50%. Si tratta dei valori tra i più bassi, insieme a quelli della Grecia, tra i paesi dell’Ue dove il tasso di attività è pari al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%”.

Lo afferma il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, in audizione sulla Nadef, spiegando che “il ruolo ricoperto in famiglia, in assenza di un adeguato sistema di sostegno, appare come uno dei fattori discriminanti (insieme alla regione di residenza e al titolo di studio)”.

L’Istat cita tra “le maggiori vulnerabilità presenti sul mercato del lavoro italiano” non solo le donne ma anche i giovani e il Mezzogiorno, proseguendo  la diminuzione della loro incidenza sul totale degli occupati, riconducibile al calo della popolazione giovane, all’allungamento dei percorsi di studio, alle difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro dei più giovani, al progressivo invecchiamento di coorti numerose di popolazione e all’aumento dell’età al pensionamento”.

L’ultimo decennio ha visto aumentare la distanza fra giovani e adulti in termini di stabilità del lavoro: la quota di dipendenti a tempo indeterminato tra i giovani è scesa dal 61,4% del 2008 al 52,7% del 2018, mentre quella degli over 35 è aumentata di 1,1 punti attestandosi al 67,1%.

 

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