L’Italia brucia e frana, è necessaria un’autentica prevenzione

AgenPress. Antonello Fiore (Presidente Naz. Società Italiana Geologia Ambientale) : “Gli incendi di queste ore conferma la necessità di un cambio di strategie nel  governo di questi fenomeni”. 

“Gli ultimi incendi in Sardegna, Sicilia e Puglia confermano quello che stiamo registrando negli ultimi anni con un cambiamento del regime degli incendi che richiede un cambio di strategie nel governo di questi fenomeni e nel governo del territorio.

Oggi per effetto della crisi climatica gli incendi e i mesociclioni dalle caratteristiche simili a quelli tropicali si alternano nella stessa stagione con effetti devastanti prima e dopo. In molti casi la vegetazione colpita dal fuoco si riprenderà dopo diversi anni, mentre i danni diretti alle vittime, sia esse umane che animali, sono irreparabili, come pure i danni indiretti sulla stabilità dei versanti con possibile innesco a breve e a lungo termini di frane e il verificarsi di alluvionali. Da non trascurare, a causa della perdita di vegetazione, l’aumento delle acque che scorrono in superficie che oltre a causare alluvioni riduce sensibilmente l’acqua d’infiltrazione nel sottosuolo, acqua che alimenta le riserve sotterranee, preziosi serbatoi idrici naturali da garantire e tutelare in particolar modo nei momenti di siccità.

Possiamo permetterci tutto questo dal punto di vista della riduzione della biodiversità, dell’inaridimento del paesaggio, del dissesto del territorio e dell’esposizione al rischio della popolazione, della cancellazione del turismo nelle aree interne che a loro volta stanno fortemente subendo il processo di spopolamento a vantaggio del ripopolamento delle aree costiere e della costante richiesta di urbanizzazione e cementificazione?

In altre circostanze abbiamo fatto riferimento all’ultimo rapporto nazionale disponibile sullo stato delle foreste e del settore forestale – RaF Italia 2017-2018 (Fonte MIPAAFT 2019). Nel rapporto si legge che dal 1980 al 2017 le superfici interessate dal fuoco sono state 4.061.988 ettari, pari a 5.689.058 campi da calcio, con una media di 106.894 ettari/annua; Roma si estende per circa 128.700 ettari. Nell’area mediterranea peggio dell’Italia solo la Spagna con 6.179.279 ettari andati in fiamme e il Portogallo con 4.512.336 ettari. I dati disponibili ci dicono che nonostante l’ultimo decennio abbia visto una diminuzione della superficie forestale percorsa dalle fiamme, eventi estremi che favoriscono l’innesco del fuoco si presentano con sempre maggiore frequenza e intensità come ad esempio nelle annate del 1993, 2007 e 2017, anno in cui sono stati circa 8.000 incendi e sono bruciati oltre 160.000 ettari tra superficie boscata e non boscata. Dai dati raccolti dall’European forest fire information system (Effis) si evince che in Italia nel 2019 è stata interessata dal fuoco una superficie di 20.395 ettari”. Lo ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA). 

“Anche per il settore incendi boschivi, come per il dissesto geo-idrologico, il rischio sismico, le crisi ambientali quali siccità e inquinamento, per citarne solo alcune, l’unica vera tutela dei beni e delle vite umane e animali è la prevenzione. Bisogna avere la consapevolezza che gli incendi della vegetazione fanno parte delle dinamiche naturali anche se vengono nella quasi totalità dei casi appiccati dall’uomo per interessi vari. Bisogna avere la consapevolezza che nelle stagioni particolarmente calde e siccitose gli incendi trovano una maggiore diffusione per una mancata pulizia dei boschi e a causa di una più diffusa materia infiammabile. Com’è noto nelle scienze forestali il fuoco si propaga solo se la vegetazione lo permette, allora bisogna intervenire prima e in maniera pianificata per ridurre quelle situazioni di amplificazione e propagazione degli incendi.

In uno scenario di aumento del rischio incendio, dove si stima una crescita degli incendi che non potranno essere spenti, diventa prioritaria una programmazione di governo degli incendi – ha concluso Fiore  –  piuttosto che frettolosi e talvolta tardivi e inefficaci interventi di spegnimento. Investire da subito in prevenzione rispetto al solo investimento in uomini e mezzi antincendio porterà a una riduzione degli incendi con enormi vantaggi in termini di sostenibilità ambientale e riduzione dei rischi diretti e indiretti. E’ stato stimato che una diversa gestione del territorio e delle aree boscate si rivelerà vantaggiosa anche in termini economici già nel breve e medio termine”.

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