Lombardia. Tangenti “sistema Caianiello”, rinviati a giudizio Lara Comi e altri 60 imputati

AgenPress – Oltre 60 imputati, tra cui l’ex eurodeputata di FI Lara Comi, l’ex vicecoordinatore lombardo ‘azzurro’ ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e il consigliere lombardo e collega di partito Fabio Altitonante sono stati rinviati a giudizio a Milano, avendo scelto il rito ordinario nel procedimento a carico di oltre un centinaio di persone scaturito dalla riunione di quattro filoni dell’inchiesta ‘mensa dei poveri’ su un presunto “sistema” di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia. A deciderlo è stato il gup Natalia Imarisio accogliendo la richiesta dei pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri.

A processo, tra gli altri, il patron della Tigros Paolo Orrigoni, l’imprenditore Daniele D’Alfonso, l’ex dg di Afol metropolitana Giuseppe Zingale, tra gli Sto arrivando!estati di due anni fa, e il sindaco leghista di Gallarate Andrea Cassani. In tre sono stati prosciolti in quanto l’accusa di abuso di ufficio di cui rispondevano non è più prevista dalla legge come reato. Il dibattimento si aprirà il 18 novembre. Tra le parti civili i Comuni di Milano e Gallarate, Amsa, Accam spa e Afol.

Il dibattimento si aprirà per 63 persone il 18 novembre davanti alla sesta sezione penale del Tribunale. Tra le parti civili i Comuni di Milano e Gallarate, Amsa, Accam spa e Afol. Dopo l’estate il giudice si pronuncerà sui cinque imputati che hanno chiesto la messa alla prova e su altri 27 che hanno presentato istanze di riti alternativi, tra patteggiamenti e processo in abbreviato. Tra coloro che puntano a patteggiare, oltre al deputato ‘azzurro’ Diego Sozzani, accusato di corruzione (al momento l’istanza non è stata presentata in quanto si sta cercando di concordare la pena con la Procura) ci sono le 11 persone che si sono giaà visti respingere l’istanza in fase di indagini preliminari dall’allora gip Maria Vicidomini, che aveva ritenuto incongrue le pene. Tra loro, c’è l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, ritenuto il presunto “burattinaio” del sistema: ha collaborato a lungo nell’inchiesta e avrebbe ricevuto il consenso dai pm per 4 anni e 10 mesi.

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