Londra. Il Governo ferma i voli, migliaia di italiani bloccati. La rabbia vola sui social

AgenPress – Sono centinaia forse migliaia gli italiani che in queste ore si sono rivolti per telefono o via mail alle autorità consolari nel Regno Unito dopo essere rimasti bloccati al di là della Manica a causa dello stop ai collegamenti – aerei in primo luogo – imposti da domenica scorsa dall’Italia, come da altri Paesi, in via precauzionale di fronte all’allerta sulla variante cosiddetta inglese del virus individuata sull’isola.

Il provvedimento è partito dall’Italia, ed è entrato subito in vigore: chi era in aeroporto in procinto di imbarcarsi, non ha potuto fare altro che ripiegare sui “voucher” delle compagnie aeree.

Famiglie con bambini, giovani, anziani, gente che lavora qui e si preparava a rientrare per le vacanze di Natale oppure che era venuta per un soggiorno di studio, lavoro o turismo, e che adesso non sa più quando potrà rientrare. Fra difficoltà economiche, scarse informazioni e il problema immediato di dove trovare un posto per dormire.

“Vedere concittadini italiani ridotti a dormire in aeroporto e pensare che ora sono ancora lì ad aspettare notizie e aiuti che non arrivano. Che vergogna!”, si legge ancora sul gruppo Facebook. “Sono qui da due mesi, sono stata licenziata e da domani sono fuori casa perché devo lasciare l’alloggio. Mi sapete dire come devo comportarmi? L’unica cosa che posso fare è andare a dormire in aeroporto, sono nella m…. totale, scusate il francesismo ma è la verità”, scrive un’altra utente.

Luisa Campedelli scrive un post dall’Italia, “Sono la mamma di un ragazzo che ieri sera è stato bloccato con la sua ragazza dopo avere fatto il check in a Stansted. Stavano per tornare definitivamente in Italia, dopo un periodo di lavoro che non è potuto proseguire a causa del Covid 19. Non stavano tornando per mangiare il pandoro in famiglia e poi ritornare in Inghilterra. Quindi non hanno più lavoro né casa a Londra. Cosa succede ora? Possibile che non si possa avere qualche informazione? Si sta facendo qualcosa per riportare i nostri cari in Italia?” Poi ci sono quelli che condividono pareri sulla possibilità di risarcimenti: “Abbiamo diritto al rimborso del biglietto e delle tasse aeroportuali”, scrive Giovanni Demetrio Mosello, “lo so, magra consolazione. Solo per coloro che hanno saputo della cancellazione del volo in aeroporto c’è il diritto all’assistenza in loco”. Ma aggiunge che “le cancellazioni causate da provvedimenti di autorità per il contenimento del Covid rientrano nelle cause di forza maggiore non prevedibili dalla compagnia aerea, di sicuro non è una buona notizia per chi si trova senza alloggio”.

Il Consolato – a quanto si è saputo – sta rispondendo in queste ore a tutte le richieste d’informazione, anche attraverso i social media, ma la pressione cresce: e su Facebook si sono formati gruppi di cittadini (come quello denominato ‘Azione collettiva Italiani bloccati in Gran Bretagna’) che sollecitano soluzioni d’emergenza. Al momento lo stop deciso dal governo italiano – in attesa di protocolli e indicazioni comuni di Bruxelles allargate a tutti i Paesi Ue – è previsto tuttavia fino al 6 gennaio.

Stando ai dati raccolti fra le compagnie aeree, la sola Alitalia ha cancellato o rinviato le prenotazioni di circa 1.100 passeggeri che avrebbero dovuto volare in totale fra il Regno e la Penisola dal 20 al 31 dicembre. Facendo la stima di una media di passeggeri in partenza verso l’Italia da Londra o da altri scali britannici nel periodo fino al 6 gennaio, con tutti i vettori operativi su queste rotte (inclusi British, Ryanair, EasyJet o Vueling), si può calcolare – salvo revisioni del provvedimento restrittivo – che le persone bloccate o costrette a rivedere i propri piani potranno essere alla fine più di 15.000.

 

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