Meloni, su Mes Conte fa gioco delle tre carte. Serve fondo Ue da 1000 mld con eurobond

Agenpress –  ”Sono molto incuriosita da questa task force capitanata da Colao, perché non mi è chiaro di che cosa parliamo. Già non ero convinta di un presidente del Consiglio ‘coniglio dal cilindro’, ma adesso, con l’ammaestratore del coniglio dal cilindro, mi pare veramente che la democrazia si stia un po’ perdendo”. Lo ha detto Giorgia Meloni a Porta a Porta, su Rai Uno.

”Conte ci pareva che sapesse di cosa parlava”, sul Mes, ”nella conferenza stampa di venerdì scorso. Oggi dice lo leggo e vi faccio sapere che ne penso e dice: vedremo alla fine se ci sono o no condizionalità. Finora si era parlato di una presunta nuova linea con condizionalità leggere. Invece oggi Conte dice ancora un’altra cosa. Mi pare che si stia facendo un gioco delle tre carte”, ha aggiunto, dicendosi dispiaciuta che abbia deciso di non accettare la richiesta di Fdi di venire in Parlamento prima di andare al consiglio europeo, che abbia deciso di non accettare un voto parlamentare, che sarebbe stato un voto di chiarezza, perché ognuno si sarebbe assunto le proprie responsabilità e perché avrebbe rafforzato il ruolo di Conte al consiglio europeo”.

”I prestiti” del Mes ”hanno condizioni. Che succede se non si restituiscono i soldi in tempo? Semplice, ci vengono a guardare i conti, il famoso commissariamento dell’economia da parte della troika è possibile. Io continuo a ritenere che il fatto di avere il mes in assenza di strumenti come gli eurobond sia un modo di stringere il cappio intorno al nostro collo”.

”Penso che” a livello europeo ”serva un fondo di ripresa da mille miliardi finanziato con gli eurobond”, ha detto ancora. ”Penso che questo debba chiederlo Conte, e che debba chiedere un ruolo diverso della Bce. In tutto il mondo le banche centrali stampano soldi e comprano titoli di stato illimitati. Noi invece abbiamo una Bce che, per volontà dei tedeschi e dei loro stati satellite, serve solo a tenere sotto controllo l’inflazione della moneta. Noi non ce lo possiamo permettere adesso”.

Meloni si dice convinta che “Conte non sia in grado di affrontare la ricostruzione e che anche questo Parlamento abbia delle difficoltà, perché non c’è una maggioranza coesa. Siccome la ricostruzione richiede anni, penso che sia più agevole, appena sarà possibile, magari in autunno, ragionare di elezioni e chiedere agi Italiani con quale visione economica vogliono ricostruire nei prossimi cinque anni”.

 

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