Mondo di mezzo. Sabella. “Nel nostro Paese sembra che se non è mafia non è reato”

Agenpress – “Sicuramente per gli imputati questa sentenza avrà un effetto importante. Sul piano delle pene e dei benefici penitenziari qualcosa sicuramente cambierà in meglio per loro. Per quanto riguarda il Paese non credo cambi gran che. Faccio un esempio, se io sto attraversando le strisce per strada e un automobilista ubriaco e drogato mi investe e mi spacca le gambe. In sede di giudizio si accerta che non ha rispettato i limiti di velocità, era ubriaco, ma non aveva assunto stupefacenti”.

Così il magistrato Alfonso Sabella  intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, riguardo la sentenza della Cassazione su Mondo di mezzo

“Io che faccio? Stappo lo champagne? Sempre le gambe spezzate ho. Io cittadino romano so che c’è stata un’organizzazione criminale che ha gestito per anni risorse, appalti, ha sottratto soldi ai cittadini, cambia qualcosa la fattispecie di reato riconosciuta? Io sempre le gambe spezzate ho. Si può discutere a livello di immagine.

Il Consiglio dei ministri, dopo l’inchiesta Mondo di mezzo, non ha sciolto il Comune di Roma per mafia. Io in Campidoglio ho sentito i flussi delle mazzette, l’odore del malaffare, non della mafia. Io ho fatto denunce alla Procura, che ha lavorato su questo.

La sentenza della Cassazione però non significa che a Roma le mafie non ci sono, la mafia esiste eccome ed è stato accertato in vari processi. Se avessi dovuto scommettere avrei scommesso su questa sentenza della Cassazione, perché ci trovavamo di fronte a tipo di organizzazione diversa dalla mafia tradizionale, era un qualcosa di nuovo.

Il fatto è che nel nostro Paese sembra che se non è mafia non è reato, invece se non è mafia ed è corruzione è comunque grave. I magistrati hanno accertato un malaffare straordinario, hanno accertato che il sistema romano era scalabile da chiunque, da chiunque si mettesse la minigonna e andasse a battere come diceva Carminati a Buzzi. Se tutto è mafia niente è mafia. Io quegli strumenti che noi abbiamo inserito nel nostro ordinamento come il 416 bis li voglio tutelare e proprio per questo vorrei che fossero applicati ai casi in cui ci sono le condizioni.

Con Provenzano si è esagerato quando è stato fatto morire da vegetale in carcere, anche per questo è arrivata la decisione della Cedu sul carcere ostativo. Era evidente dal momento in cui arrestano Carminati e Buzzi che quell’organizzazione si fosse bloccata, anche perché era un’organizzazione appena nata. La prima ufficializzazione giuridica dell’esistenza di Cosa nostra è arrivata nel 1992, nonostante la mafia fosse già presente da più di un secolo”.

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie