Morto Davide Sassoli. La sua difesa dei diritti. “Nessuno può essere condannato per la propria fede religiosa, politica, filosofica”

AgenPress – “Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo piĂą forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre piĂą diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertĂ , dignitĂ  e solidarietĂ  deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue”, erano state le parole di Sassoli, che aveva chiamato tutti alla necessitĂ  di recuperare “lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilitĂ  della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza”.

Queste le parole pronunciate da Davide Sassoli nel giorno del suo insediamento alla presidenza del Parlamento Ue. Era il 3 luglio del 2019.

Un’Europa delle libertĂ , dei diritti, della tutela della dignitĂ  umana e protagonista nella battaglia per la paritĂ  di genere: sono state questi alcuni dei pilastri che David Sassoli, il presidente del Parlamento Ue morto questa notte, indicò nel suo discorso   Quello di Sassoli fu in discorso di chiaro segno anti-sovranista.

“In questi mesi, in troppi hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia”.

“Sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignitĂ  sono il nostro modo per misurare le nostre politiche. Che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni. Che nessuno può essere condannato per la propria fede religiosa, politica, filosofica. Che da noi ragazze e ragazzi possono viaggiare, studiare, amare senza costrizioni”, aveva rimarcato Sassoli alla sua prima Plenaria di Strasburgo.

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