Non esiste una poesia civile. Esiste la poesia impeccabile. Il resto รจ ideologia

AgenPress. Poesia civile? รˆ la gratuita giustificazione della vuoto poetico. Certo, quando si vuole entrare nella discussione che possa riguardare un argomentare riferito alla poesia civile si sancisce giร  di per sรฉ la morte dell’estetica della poesia detta Poesia. Con il termine di poesia civile si sbatte contro il muro dell’impegno che dovrebbe secondo l’ipotetico siglare un modo di partecipare poesia. Non esiste una poesia civile perchรฉ non esiste una poesia trainata dal nordico gordiano di un “engagement”. Le parole della poesia sono dissolvenza d’infinito nel mito e nell’esistere.

Quando si parla o si ritorna a parlare di “poesia civile” si entra nel vuoto, ovvero nel nulla della poesia. La poesia non ha generi. Il non poeta cerca etichette, classificazioni, categorie. La poesia รจ poesia. Punto. Non ci sono discussioni altre. Si entrerebbe con il termine “poesia civile” in altri ambiti. Ovvero un linguaggio “impegnato”. Ma siamo su altre geometrie geografiche dei linguaggi. La poesia รจ quella pioggia nel Pineto che รจ canto e non le ceneri di Gramsci pasoliniane. Su questo non ammetto comparazioni. La poesia รจ o non รจ. Come ho avuto modo di sottolineare nel mio recente “Le parole della dissolvenza” di recente pubblicazione da Passerino, ovvero il mio viaggio nel Novecento poetico internazionale.

Certo, chi si considera poeta e non lo รจ crea e cerca giustificazioni. La confessione diventa genere letterario. Ma la confessione รจ una metafisica dell’anima che non ha nulla di “civile”. Perchรฉ? Semplice. Chi usa il termine “civile’ in poesia รจ semplicemente una contaminazione ancora ideologica. Ciรฒ รจ surrogato di cultura e non solo di poesia. La poesia รจ una filosofia che ha dentro quel vizio assurdo della propria disperazione.

La poesia รจ la brevitร  del nostos, della dimenticanza, del ricordato nel tempo della nostalgia. Non รจ mai impegno o decifrazione dell’essere presente nel sociale. Non esiste in poesia il sociale come incipit visto dal balcone. Il poeta ha una sola finestra che รจ la conoscenza non conoscente di sรฉ stesso. Usare il termine civile in poesia รจ sprecare parole sconfitte dalla lacerazione del proprio inquieto esistere. Il resto รจ nulla o falsificazione o ignoranza.

Il poeta ha dentro di sรฉ il proprio enigma, il proprio sottosuolo dei demoni, l’assurdo del pensiero o il nulla che รจ espressione dell’ignoranza. Le categorie soprattutto in poesia sono l’emblematico segno di una non poesia. Non รจ una questione “meramente” crociana ma va oltre e abita quella magistrale visione solcata da Maria Zambrano.

La poesia se รจ tale รจ poesia senza catalogazioni di etichette. Non si tratta di specificare un bicchiere d’acqua liscia o con le bollicine. รˆ acqua. Punto. Tanto piรน quando la parola incontra l’immaginario, il visionario, il misterioso, l’enigma e il tempo. Per riprendere un antico discorso giร  da me menzionato. Poesia รจ il Cardarelli della nostalgia.ย  Il resto puรฒ essere passione e ideologia. Non certamente poetico senso della parola. Non esiste una poesia civile. Le parole hanno la dissolvenza del vento e degli aironi sulle vie degli scogli. La poesia oggi? รˆ un orizzonte.

Pierfranco Bruniย 

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