Omicidio Agitu Ideo Gudeta. Un amico accudirà da subito le capre e il bestiame

AgenPress – “Era fuggita dall’Etiopia perché era stata minacciata, perseguitata: si batteva contro le multinazionali, il landgrabbing. Poi era arrivata qui, aveva studiato, e aveva scelto un lavoro difficile, la pastora, che ormai in pochi vogliono fare. Quando sei donna, e per giunta di colore, integrarsi è difficile, nel mondo c’è ancora molto razzismo. Lei però era una donna intelligente, corretta”.

Lo dice un amico un amico di lungo corso di Trento che con i suoi tre cani, non appena saputo dell’accaduto, si è precipitato nella stalla in località Filzerhof, a circa 5 km da Frassilongo, per verificare che il bestiame fosse a posto e accudirà le capre di Agitu Ideo Gudeta.

Per alcuni giorni  si stabilirà con un camper in zona e accudirà gli animali, dei quali tante volte, insieme ad Agitu, si era preso cura. In attesa, ovviamente, che si trovi una soluzione di lungo termine. “Dormiva 4 ore per notte: si svegliava all’alba per mungere, poi c’erano i mercati, i due negozi che aveva aperto. Tante, troppe cose. Eppure aveva sempre un pensiero per tutti, ti stava vicina”.

Non conosceva Adams Suleiman, reo confesso dell’omicidio, né aveva mai sentito di screzi con i suoi collaboratori: “Lei li aiutava, dava loro lavoro. Non so davvero cosa possa essere scattato nella testa di questa persona, che oltre ad aver ucciso Agitu si è anche rovinato la vita per sempre”.

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