Pandemia e risparmio, inversione di tendenza: spesa delle famiglie supererà i 1000 miliardi

AgenPress. L’impatto economico della pandemia ha portato una serie di conseguenze non di poco conto. Non parliamo soltanto di un discorso prettamente legato ai mercati finanziari, ma alla spesa effettiva delle famiglie italiane. Uno dei dati più concreti, infatti, vede le famiglie essere molto più attente per fronteggiare gli eventi inattesi dopo la pandemia e soprattutto le incertezze sanitarie ed economiche. Quest’abitudine al risparmio è stata particolarmente marcata.

Risparmio durante la pandemia

Dopo l’avvento della pandemia, i risparmi delle famiglie sono aumentati soprattutto per quanto riguarda le economie avanzate. In Italia si è calcolato che il tasso di risparmio è salito su livelli mai raggiunti negli ultimi vendi anni: è stata la stessa Banca d’Italia ad eseguire una indagine straordinaria sulle famiglie, la quale ha portato a constatare come il 39% delle famiglie tra febbraio e inizio marzo 2021 abbia dichiarato di aver accumulato dei risparmi durante il 2020. Si parla di un valore maggiore di dieci punti rispetto al pre-pandemia. Sono diversi i fattori che avrebbero contribuito a questo fenomeno: sicuramente l’atteggiamento precauzionale e la riduzione dei consumi a causa del contagio sono stati determinanti.

I dati

Considerando una prospettiva di uscita dall’emergenza sanitaria, ovviamente gli interrogativi circa risparmio e consumo sono ancora differenti, se si considera il piano a lungo termine. Secondo alcuni dati ISF, si era pensato che alcune famiglie avrebbero mantenuto un atteggiamento di prudenza a causa dell’incertezza della situazione economica e ovviamente sanitaria. Era venuto fuori come un terzo delle famiglie che erano state prese in oggetto, ritenevano gli effetti della pandemia molto lunghi (almeno fino 2023) e circa il 50% della probabilità di sperimentare un’altra situazione tale entro i prossimi dieci anni.

I fattori che incidono maggiormente sulla volontà di risparmio che le famiglie ricercherebbero sarebbe da attribuire proprio all’incertezza del lavoro o alla possibilità del verificarsi di una malattia. Generalmente, i dati hanno dimostrato come il risparmio precauzionale fosse maggiormente desiderato da chi pensava che l’emergenza sanitaria potesse durare più a lungo e per coloro che sospettavano il verificarsi di un’altra pandemia nei prossimi dieci anni. Ovviamente, l’incertezza lavorativa ed economica ha contribuito ad innalzare quest’asticella legata al risparmio.

Va precisato però, che ci siano settori particolari che invece hanno visto una crescita esponenziale ed in cui gli italiani hanno continuato ad investire denaro nonostante tutto: parliamo, in primis, del gioco. Il gioco online si è caratterizzato per una enorme crescita durante il periodo della pandemia, e ha continuato la sua scalata anche successivamente: i siti che assicurano bonus scommesse sono ancora oggi molto trafficati e tra i più visitati.

Prospettive future: la spesa delle famiglie aumenterà?

Quindi, appare evidente come la pandemia abbia rafforzato un atteggiamento precauzionale da parte delle famiglie, influenzando le percezioni del futuro prossimo. Queste paure potrebbero persistere anche in seguito al superamento della pandemia e potrebbero rimanere come cicatrici, facendo sì che si rallenti l’operazione di decumulo dei risparmi del 2020. Difatti, ciò potrebbe incidere sulla ripresa dei consumi.

Secondo l’ISF, la quota di famiglie che nel 2021 intendono risparmiare è invece del 45%, ovvero sei punti in più rispetto all’anno precedente. Questo può far ben comprendere la situazione. Le politiche volte a ridurre il rischio sanitario, migliorando la qualità del servizio sanitario, potrebbero essere determinanti.

Il rapporto Censis-Confimprese, però, porta dei dati molto rassicuranti. Sarebbero, infatti, oltre 4,5 milioni di italiani che si faranno forza dei redditi rimasti intatti dai risparmi accumulati che ora sono pronti a spendere fino alla fine del 2021. Venuti fuori dall’emergenza vera e propria, il 57,2% degli italiani passerà dal risparmiare al consumare, superando la scarsità di imposte del periodo precedente. Quando la paura, quindi, allenta la presa, il consumo crescerà.

Addirittura, secondo il rapporto sopracitato, a fine anno la spesa per i consumi delle famiglie dovrebbe superare i 1000 miliardi di euro. I consumi italiani, d’altronde, si sono già ripresi durante il secondo trimestre del 2021: parliamo di un +14,2% rispetto allo stesso periodo del 2020 (circa 33 miliardi di euro in più). L’inversione di tendenza rispetto al primo trimestre è netta: si parla del 5,4%. L’aumento a consuntivo d’anno dovrebbe essere di 60 miliardi in più rispetto al 2020.

La pandemia ha difatti bruciato circa dieci anni di crescita dei consumi, ma entro Natale si potrebbero preventivare spese per 9 miliardi di euro in più rispetto alle passate festività. La ripresa dell’economia italiana è tra le più alte in Europa e la voglia di tornare alla normalità e ai risparmi consueti può essere determinante in questo periodo. Sicuramente le incognite principali sono segnate da possibili frenate come la scarsità di materie prime su scala globale e l’inflazione, ma con delle politiche di welfare e incentivanti si potrà promuovere il benessere economico.

Effetti psicologici

Gli effetti psicologici non possono essere sottovalutati. Il fatto cruciale è che gli italiani, costretti a stare in casa per diversi mesi e impossibilitati nello svolgere alcune attività importanti per l’economia, stanno superando questo blocco mentale e hanno cominciato a necessitare maggiormente di interazioni sociali, e non digitali. Circa il 52% degli italiani ha cominciato a trovare monotoni gli incontri da remoto e il 53% circa ritiene che il digitale sia eccessivamente presente nella vita quotidiana. Molte più persone hanno cominciato a sentire l’esigenza di rapporti fisici diretti col prossimo.

Addirittura, pare che una buona percentuale abbia cominciato persino a sentire l’esigenza di acquisti nei negozi fisici. Il potere del retail si orienterà proprio nel decidere cosa acquistare e dove farlo. Così il 60% circa degli utenti di internet sta cominciando a chiedere informazioni su aziende, servizi e prodotti. Gran parte dei consumatori ormai confronta prezzi dei prodotti e servizi, per valutare diverse opzioni.

Il contributo del digitale ha permesso di dare maggiore forza ai consumatori, garantendo dei flussi informativi più facilmente accessibili e giudicare meglio cosa acquistare. D’altronde, l’e-commerce è una realtà consolidata: oltre il 50% degli utenti di internet hanno effettuato almeno un acquisto online nell’ultimo mese e ciò fa ben riflettere anche sul futuro.

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