Parma. “Sos macachi”, appello animalisti al neo sindaco. Pizzarotti non ci aiuto! Lei lo farà?

AgenPress  – Il caso macachi di Parma continua a scuotere l’opinione pubblica e le proteste non si fermano.
La storia dei macachi di Parma ha inizio nel 2019, quando ignoti fanno una “soffiata” e si viene a sapere che nell’Università di Parma sono arrivati 6 macachi dalla Cina, per il progetto di ricerca chiamato “Light-up”, studio su alcune forme di cecità.
Due di questi macachi si ammalano, e vengono sostituiti con altri due. Non si sa che fine abbiano fatto i due macachi sostituiti, ma quelli “nuovi” si chiamano Alan e Larry, le loro immagini escono dai laboratori e fanno il giro del mondo. Col tempo si viene a sapere che gli esperimenti inizieranno proprio su loro due.
I macachi che fanno parte della sperimentazione dovranno subire un intervento chirurgico al cervello con lo scopo di creare un’area cieca in uno dei due occhi. In questo modo gli scienziati studieranno i processi neurofisiologici di adattamento della visione dei macachi resi parzialmente ciechi.
Il progetto Light-up è stato criticato anche dagli scienziati per la sua cruenza, il grado di dolore dichiarato e previsto è “grave”, sia fisico sia psicologico: previsti 5 anni di esperimenti e reclusione negli stabulari per questi macachi, e poi la soppressione. Gli esperimenti prevedono operazione chirurgica per togliere “parzialmente” la vista a questi macachi, addestramento alle sedie di laboratorio e ai test esecutivi, contenzione nelle sedie di laboratorio durante l’esecuzione di tali test (i macachi resi parzialmente ciechi dovranno rispondere a test visivi).

La contenzione di 5 anni, già lunghissima, è aumentata di altri 2 o più anni, perché gli esperimenti sono stati contestati e più volte sospesi, non si sa al momento se siano già iniziati. Per due volte il Consiglio di Stato ha sospeso questo esperimento, ma dopo queste due sospensioni ha dato il via libera all’esperimento con sentenza definitiva.
È comunque ancora in corso una denuncia dell’avvocato David Zanforlini, presso la Procura di Parma. L’avvocato ferrarese David Zanforlini – noto per aver dato il via alla procedura per la liberazione di tremila cani di Green Hill – ha presentato denuncia per chiedere il sequestro dei macachi e il rispetto delle disposizioni di legge per la tutela del benessere animale. Una detenzione così lunga negli stabulari oltretutto, può dirsi benessere animale?
Ancora in corso le indagini giudiziarie sullo stato di detenzione di alcuni esemplari di macachi presso l’Università di Parma, tra cui due che dovrebbero essere sottoposti ai test della ricerca Lightup, in collaborazione con l’Università di Torino.
Dei macachi non si sa più nulla, ma sono sempre stabulati e le proteste per la loro liberazione non si sono mai fermate.
“Alan e Larry, gli altri macachi e tante altre creature sono ancora stabulati nell’Università di Parma. Ci distrugge pensare a quello che stanno subendo questi macachi, rinchiusi nei laboratori, sottoposti a sperimentazione e resi anche ciechi. Loro sono primati, particolarmente sensibili e molto simili all’uomo, ma a nessun animale, a nessuna creatura, dovrebbe succedere tutto questo. Nessun essere senziente è un test da laboratorio, gli esseri viventi non sono oggetti. Vogliamo una ricerca etica, una ricerca senza esperimenti sugli animali, che rispetti la vita di tutti. Vogliamo la liberazione di Alan e Larry!”, è l’appello delle associazioni animaliste.
“In Italia sono vietati gli allevamenti di primati e animali domestici per la sperimentazione, ma non è vietato acquistarli dall’estero, e questo è vergognoso! Questi macachi arrivano dalla Cina, hanno fatto un viaggio lunghissimo, strappati alla loro terra, alla loro vita, per finire stabulati nei laboratori di sperimentazione dell’università di Parma. Imprigionati, rinchiusi negli stabulari, senza la loro libertà, sottoposti a sperimentazioni nei laboratori e poi infine uccisi.
No non dovrà essere questo il destino di Alan e Larry, la loro vita non dovrà finire in quei laboratori. Per queste creature, nel momento in cui sono entrate negli stabulari senza più possibilità di uscita, si è spenta la luce, ma si può ancora riaccendere. Vogliamo la loro liberazione, e oltre a questa protesta abbiamo già in programma un grande corteo a settembre con la partecipazione di numerose sigle animaliste. Noi non molliamo.”

https://www.change.org/p/chiediamo-alla-regione-emilia-romagna-di-liberare-i-macachi-di-parma-e-ferrara

“Per i macachi di Parma l’ex sindaco Pizzarotti non ci ha aiutato. Lei ci aiuterà?” È l’appello delle associazioni animaliste parmensi al neo sindaco di Parma, Michele Guerra, per il caso degli esperimenti sui macachi all’università parmigiana. “Scriviamo questa lettera aperta come cittadini e abitanti di questo pianeta per chiederle di seguire l’esempio del comune di Verona e intervenire anche lei come primo cittadino contro gli esperimenti sugli animali che purtroppo sono ancora in uso nell’università della sua città”, scrivono.

“Il comune di Verona – proseguono – si sta battendo insieme ai cittadini per fermare gli esperimenti sugli animali, hanno liberato i macachi in accordo con l’università di Verona (che ringraziamo tantissimo) e stanno cercando di salvare i cuccioli di beagle che sono in un centro sperimentale di Verona. Tantissimi cittadini sono ormai contrari agli esperimenti sugli animali, l’opinione pubblica è stata particolarmente scossa da tutto questo e le proteste non si sono mai fermate”. Le associazioni firmatarie, Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma, saranno promotrici di una manifestazione oggi pomeriggio nella città emiliana.

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